Frattura forse no, ma tregua armata si’. Potrebbe definirsi così la situazione in casa Partito Democratico dopo l’elezione del nuovo segretario Loris Caragnano con il 66% dei voti su 94 votanti. Caragnano ha preso il posto di Gianluigi Molinari dopo l’elezione in consiglio regionale. Certo, questa volta la minoranza si è presentata in assemblea, non ha votao contro, ma si è astenuta, segnale evidentemente di un dissenso verso le scelte della maggioranza renziana di presentare un proprio candidato e soprattutto delle modalità. Caragnano ha ottenuto 62 voti a favore e 32 astenuti, diventando segretario senza “no” ma neppure condiviso all’unanimità. I bersaniani premevano per un nuovo congresso nel quale eleggere il nuovo segretario, ma non e andata così. Proprio sull’astesione Caragnano lavorera’ perche diventi condivisione di intenti e di programma; un tentivo insomma per superare a fatica la conflittualità interna. La minoranza bersaniana in una nota ha sottolineato la ricerca di una “forzatura” per arrivare ad ottenere la maggioranza. In verità questi non sembrano i migliori auspici per una ritrovata unità.