LA MAGGIORANZA RUMOROSA CHE VUOLA SALVARE GLI ALBERI DI CITTADELLA. OLTRE 500 ALLA MANIFESTAZIONE

Un gran colpo d’occhio non c’è che dire. Oltre 500 piacentini, che al termine hanno abbracciato la piazza, hanno partecipato alla manifestazione per salvare gli alberi di Cittadella, organizzata da Legambiente, Italia Nostra, fate e Laboratorio d’arte popolare.
Una protesta capace di raccogliere sopra lo stesso prato, quello della facciata della piazza, anche la politica di colore diverso; da Fratelli d’Italia ad Alternativa per Piacenza, dal centro destra fino al collettivo Contro Tendenza. Una mobilitazione nata forse in pochi giorni o forse sopita da tempo ed oggi esplosa contro un’opera definita non utile per la città, ma più ancora tenacemente contro la decisione di tagliare le 16 alberature dietro alla vecchia autostazione, laddove dovrebbe sorgere il parcheggio sotterraneo.

La prossima settimana è ancora da fissare la data ma si farà, un incontro tra l’amministrazione e una delegazione di manifestanti, ancora da stabilire la modalità dell’incontro che probabilmente sarà pubblico.

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L’ANGOSCIA DEL POPOLO UCRAINO E L’ABBRACCIO DEI PIACENTINI

Hanno gli occhi e il cuore gonfi di angoscia, perché là in Ucraina hanno i loro affetti. Oltre al dolore per una guerra che è sempre assurda, ci sta anche l’impotenza di essere lontani e di non poter stare vicini a condividere un momento di sofferenza collettivo

Sono composte le donne ucraine che si sono radunate in San Savino per la preghiera del sabato che oggi ha un altro sapore. Pregano e cantano perché questo gli è rimasto, affidarsi alla preghiera e alla speranza. E chiedono che tutti facciano così, cercano solidarietà e ringraziano commosse i piacentini per i gesti e le parole che ricevono. Anche il vescovo Adriano Cevolotto ha voluto portare la sua solidarietà, quella dell’intera comunità cristiana di Piacenza Bobbio.

La solidarietà al popolo ucraino è arrivata forte anche dalle oltre mille persone che hanno partecipato alla manifestazione sul pubblico passeggio. A sventolare vicine le bandiere arcobaleno e quelle giallo blu, un segnale forte, un segnale bello. Hanno partecipato numerose associazioni piacentine, sindacati e partiti, tanti ragazzi, e molti ucraini per dire no all’aggressione russa e per chiedere il cessate il fuoco.

COI TRATTORI IN CITTA’ PER CHIEDERE PIU’ ACQUA PER IRRIGARE

“Senz’acqua niente cibo, senz’acqua la valle muore”. È così’ che gli agricoltori della val Trebbia sono arrivati in città a bordo dei loro trattori per protestare. Una manifestazione organizzata dal condominio rivo villano e finalizzata a sensibilizzare le istituzioni e la popolazione sull’importanza di opere per creare delle riserve idriche nel piacentino.

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IN PIAZZA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Il mondo gay friendly è sceso in piazza contro la decisione della giunta di uscire dal protocollo Ready, la rete contro le discriminazioni sessuali e identità di genere. “Uno schiaffo in faccia alle minoranze”.

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CASSA IN DEROGA, 664MILA ORE IN QUATTRO MESI

Da gennaio a maggio del 2014 sono state 664mila le ore di cassa integrazione in deroga nella provinciale di Piacenza. Numeri allarmanti che rischiano di peggiorare ulteriormente se gli ammortizzatori sociali non verranno rifinanziati. I 400 milioni di euro stanzizti poche ore fa dal ministro del Lavoro Poletti non è sufficiente per coprire l’intero anno. Dal 2009 a Piacenza sono state 4300 le persone coinvolte nella cassa in deroga con oltre 3 milioni di ore, al momento sono 1500. Questi dati sono stati forniti dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia. Per scongiurare il rischio che gli ammortizzatori si esauriscano, anche una delegazione di Cgil, Cisl Uil di Piacenza partecipera’ alla mobilitazione a Roma il 22 e 26 luglio. La Uil ha condotto uno studio “no Pil no job” dal quale risulta come, in sei anni di crisi, una persona su tre abbia conosciuto difficoltà a livello lavorativoed abbia usufruito degli ammortizzatori sociali.  Da qui il tema di una riforma universale degli ammortizzatori,  richiesta a gran voce dai sindacati, nel senso che tutti i lavoratori devono porterne godere. È curioso, e anche un po’ preoccupante, che negli ultimi anni siano diminuite le forme di flessibilità tradizionali (contratti a progetto,  interinali ecc) a fronte di un aumento del 1812% dei voucher che comportano per le aziende costi bassissimi.

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