Dissentire certo, anche animatamente, ma sempre utilizzando l’intelligenza, la fede in un Dio non può giustificare violenza e morte. Negli interventi che si sono succeduti nel corso della camminata per la pace contro il terrorismo, questo è stato il concetto che tutti hanno voluto esprimere. Tra i presenti risuonavano le parole di Papa Francesco, pronunciate poco ore prima in viaggio verso le Filippine: “In nome di Dio non si uccide, ma non si insulta la fede degli altri” e ancora “uccidere in nome di Dio è un’aberrazione”. In corteo silenzioso con le matite alzate al cielo hanno sfilato, lungo le vie del centro, soprattutto le associazioni, ma anche l’amministrazione con la giunta al completo, i giovani dell’unione degli studenti e tanti musulmani uomini, donne e ragazzi.
Una manifestazione per la libertà di stampa, forse giunta un po tardiva è vero, ma pur sempre presente. Ha partecipato anche Giovanni Rossi, Presidente Nazionale della Federazione della Stampa: “siamo perchè quello che è accaduto è inaccettabile, gli atti criminali sono incompatibili con ogni credo religioso. Si può non essere d’accordo con ciò che si scrive, ma la violenza non è mai giustificabile”.
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