Tutto il discorso ruota ancora attorno al taglio della merenda. L’amministrazione ha affrontato ancora una volta l’argomento davanti ad una platea di insegnanti e genitori nel corso della commissione mensa che riunisce scuole materne ed elementari della città. Si parte ancora dal “caso merendine” ; è l’assessore Giulia Piroli che annuncia una querela nei confronti di alcune persone che hanno pesantemente insultato l’amministrazione su Facebook. “Il nostro provvedimento – ha detto – non è stato compreso. Dovevamo convocare una nuova commissione ma non c’è stato il tempo”. La notizia è stata mal gestita insomma, ma bisogna andare oltre. L’abolizione della merendina a pochi minuti dall’uscita e per di più dopo il sonnellino del pomeriggio è sembrato il male minore a fronte di una paventata chiusura delle cucine delle scuole più piccole come Pittolo e Gerbido. “Si è voluto privilegiare la frutta consegnandola ai genitori prima dell’uscita in accordo con l’asl” ha detto l’assessore. Altro tema difficile da digerire è stata la riduzione dei menù da 6 a 4 settimane. “si è ridotta la varietà -ha spiegato il dott. Mion direttore del dipartimento alimenti e nutrizioni dell’asl- ma non la qualità. Le grammature sono rimaste le stesse e abbiamo mantenuto il 70 per dento dei prodotti biologici, privilegiando frutta e verdura”.
MENSE SCOLASTICHE, E’ UN REBUS UNIRE QUALITA’ E GRADIMENTO
Conciliare l’aspetto nutrizionale con il gradimento dei palati più sopraffini, bambini e ragazzini. Non è facile. E spesso alcune scelte rischiano di essere fraintese. L’amministrazione, da qualche settimana, è al centro di un dibattito per il taglio della merenda pomeridiana alla scuola dell’infanzia. Ma non solo; ad una settimana dall’avvio dell’anno scolastico alcuni genitori hanno puntato il dito sul menù servito, che avrebbe favorito troppo i carboidrati a scapito delle proteine. Sindaco, assessore all’Infanzia, ausl e dietista hanno incontrato genitori e stampa per fare un pò di chiarezza. Partendo proprio dall’esigenza di razionalizzazione: Piacenza si colloca al 33° posto della classifica sui tagli ai trasferimenti da parte dello Stato, diminuiti negli ultimi quattro anni del 52%, ovvero 13 milioni di euro complessivi. Per questo anno scolastico la spesa prevista per la ristorazione è di oltre 4 milioni 900mila euro, a fronte di introiti per 3 milioni 530mila euro ripianata dalle risorse derivanti dalla fiscalità generale. L’amministrazione ha deciso di non intervenire sulle tariffe mantenendole invariate ma di effettuare alcuni interventi di razionalizzazione. Come la scelta di togliere la merenda del pomeriggio nelle scuole materne, dovuta sia al fatto che l’orario di distribuzione è a ridosso del sonnellino pomeridiano e soprattutto perchè quasi il 50% non viene consumato e quindi gettato. I menù sono passati da sei a quattro per semplificare la gestione delle forniture, la somministrazione del bis è stata eliminata e la quantità di alimenti prevista dalla tabella dietetica viene servita immediatamente per intero. L’obiettivo è garantire la qualità e il livello nutrizionale, facendo i conti con il gradimento e con il budget a disposizione. Confermata la pasta biologica, quella di “Libera Terra” servita due volte al mese, le banane da commercio equo e solidale, oltre che un’ampia gamma di prodotti da agricoltura biologica e di a chilometro zero. Per l’anno 2012/2013 il tasso di morosità è stato del 13% sfiorando i 400mila euro. “Nonostante ciò – ha detto l’assessore Piroli – non lasceremo neppure un bambino senza pasto, è una scelta di questa amministrazione”.