Un tondo rosso e un merletto di un palazzo. Ovvero un pomodoro e il merletto di palazzo Gotico. L’elemento che contraddistingue Piacenza nel suo centro ed il suo prodotto agroalimentare di punta che sapientemente miscelati, con un tocco di modernità virtuale, avrebbero tutte le carte in regole per diventare il brand Piacenza, non solo in vista di Expo 2015, ma che potesse rappresentare la città nel mondo. Gli ideatori, il designer Max Casaroli e l’architetto Ponzini, sono partiti lanciando uno sguardo al mondo: Melbourne, la seconda città più popolosa dell’Australia che ha creato una grande M declinata in ogni forma e colore ed Amsterdam con la sua enorme scritta portata a spasso per la città.
Cosa fare allora per Piacenza? “Abbiamo preso il merletto del Gotico – spiega Casaroli – e il pomodoro, prodotto simbolo della nostra terra, li abbiamo shakerati e abbiamo pensato al ciuffetto verde del pomodoro come un insieme di merletti che a sua volta si trasforma in un hashtag, simbolo del web che unisce creando gruppi ed appartenenza”. Un simbolo che sarebbe potuto diventare il brand di Piacenza ma oggi è troppo tardi anche se Casaroli e Ponzini l’avevano presentato più di un anno fa, era piaciuto moltissimo, ma poi non si è saputo più nulla. “E’ dal 2008 che si sa che l’Expo si farà a Milano – contesta Casaroli – non si può arrivare tre settimane prima indire un bando per il brand, noi ci siamo preparati per tempo e con anticipo l’abbiamo presentato”.
Max Casaroli ha 30 anni, si è formato all’Istituto Europeo di Design di Milano dove tutt’ora insegna e lavora. Tuttavia ha deciso di dividersi con la sua attività tra il capoluogo lombardo e Piacenza dove ha creato un laboratorio creativo con alcune opere esposte, perchè questa è la sua città. “Mi piacerebbe un maggiore coinvolgimento fin dall’inizio nella attività che si propongono, una città più recettiva alle idee dei giovani”.
Il servizio completo con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo