GUARDIA MEDICA, BALDINO: “NON VIENE TOLTA ALLA MONTAGNA. SCELTA OBBLIGATA DALLA PENDEMIA”

Non vi è alcuna volontà di sottrarre alla montagna il servizio di guardia medica. Questa, in sintesi, la posizione dell’azienda sanitaria di Piacenza che ha ribadito le motivazioni della scelta di sospendere temporaneamente il servizio di guardia medica in alcuni comuni della montagna piacentina.

“La Guardia medica non viene tolta alla montagna – si legge nella nota a firma del direttore generale Luca Baldino – è vero, viene parzialmente allontanata, ma le due postazioni baricentriche rispetto alle vallate, Bettola e Bobbio, vengono mantenute nonostante le difficoltà a trovare medici disponibili a Piacenza come ormai su tutto il territorio nazionale. Tanti nostri medici sono poi oggi impegnati su un altro servizio territoriale di pari importanza: stanno facendo funzionare le USCA, che ormai sono chiamate a eseguire in media quasi 400 visite domiciliari ogni giorno, anche e soprattutto nelle zone di montagna dei comuni nei quali la Guardia medica è temporaneamente sospesa”.

Una rimodulazione temporanea dettata dalla stretta contingenza, non dalla volontà di chiudere presidi territoriali. “Appena possibile ritorneremo all’assetto di prima, ma ora, con i numeri dei positivi che continuano a crescere in modo esponenziale, con l’aumento degli accessi al Pronto soccorso e con l’incremento dei posti letto covid occupati nei reparti ordinari, alcune scelte risultano obbligate. È necessario, oggi più che mai, da parte di tutti, cittadini e istituzioni, un grande sforzo di comprensione e lettura della situazione a cui stiamo andando incontro”.

Il servizio di Guardia medica, anche così temporaneamente rimodulato, è comunque garantito per tutti i cittadini della provincia ed è attivabile telefonando numero 0523.34.30.00. Un operatore esperto sarà in grado di indirizzare l’utente perché possa usufruire del servizio richiesto in ambulatorio o a domicilio. Lo stesso operatore potrà inoltre attivare i servizi di emergenza qualora la situazione lo richiedesse.

 

BORRE’: “CI VOGLIONO INCENTIVI PER RESTARE IN MONTAGNA”

Entusiasmo, orgoglio e impegno per mantenere viva la montagna. Ne ha da vendere Claudia Borrè, sindaco di Zerba in scadenza di mandato. Nonostante non sia facile. I nervi scoperti restano, da anni, lo spopolamento e le infrastrutture. Ecco il bilancio dei suoi 15 anni da primi cittadino che, a luglio, ha deciso di aprire un ristorante, Osteria La S’cianza.

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CASTELLI: “IN MONTAGNA C’E’ FUTURO PER TUTTI”

Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale del piccoli comuni ANCI, rilancia le sie idee e le proposte per lo sviluppo della montagna: fiscalità vantaggiosa, servizi e lavoro, elementi che fanno dire ad un giovane “vengo a vivere in montagna”. Mai piangersi addosso, ma da buon montanaro rimboccarsi le maniche e risolvere i problemi: “in montagna c’è futuro per tutti”.

 

GELICIDIO: MONTAGNA IN GINOCCHIO. STRADE E SCUOLE CHIUSE

Una provincia in ginocchio: 18 strade chiuse, scuole chiuse in cinque comuni, paesi isolati, black out, tratti di strade impercorribili. E’ il bilancio della nevicata di domenica ma soprattutto del giorno successivo quando, ininterrottamente, è caduta acqua ghiacciata che ha portato conseguenze devastanti sulle strade e non solo. La montagna ha ceduto all’imperturbabilità delle condizioni meteo, nonostante il maltempo fosse stato annunciato parecchi giorni fa. Ma non è bastato. In Val Trebbia sono caduti cinque alberi sulla SS 45, a Travo e Gazzola molte zone rimaste senza energia elettrica, a Ponte dell’Olio, Bettola, Farini, Ferriere e Ottone oggi scuole chiuse. Una paralisi totale, per alcuni mai vista.

L’ultima strada è stata chiusa alle 20.40 di ieri a Bettola, l’unica per ora riaperta insieme alla provinciale del Cerro e alla Caldarola. Quello che ha provocato maggior pericolo sono stati ghiaccio, rami e interi alberi sulle strade.