A CASTEL SAN GIOVANNI NASCE L’OSPEDALE DELLA DONNA

L’ospedale di Castel San Giovanni è destinato ad essre il punto di riferimento per le donne piacentine, per la cura, la diagnosi e la riabilitazioni delle principali patologie femminili. Si tratta del progetto di rimodulazione delle attività sanitarie tra i presidi del capoluogo e della val Tidone, con particolare attenzione ai percorsi di genere. La presentazione è avvenuta anche alla presenza dell’assessore regionale Donini, oltre che del sindaco di Castello Lucia Fontana e del direttore ausl Luca Baldino.

“PAZIENTI ONCOEMATOLOGICI MODELLO PER IL VACCINO ANTI COVID”

I pazienti onco ematologici, colpiti dal Covid, guariti e vaccinati con due dosi hanno prodotto una immunizzazione importante contro il virus, anche in presente delle più insidiose varianti. Lo studio condotto dai reparti di oncologia e microbiologia dell’ospedale di Piacenza, di cui avevamo parlato qualche mese fa, in collaborazione con il policlinico san Matteo di Pavia, sono stati pubblicati sul prestigioso Journal della European society for Medical Oncology. Su 433 pazienti in circa a Piacenza, in 400 hanno accettato di sottoporsi al vaccino, tra l’altro l’incidenza di positivi asintomatici è stata bassissima rispetto allo scorso anno.

CAVANNA: “CONTINUIAMO A VACCINARE E CAPIAMO COSA E’ ACCADUTO”

A riavvolgere il nastro ad un anno fa proprio in questo giorni c’è da tremare, medici e infermieri se lo ricordano bene. Ricordano nitidamente il dramma umano e il senso d’impotenza che hanno vissuto in quei mesi. Oggi ci sono i vaccini, l’esperienza, qualche farmaco in più. Ma poco distante da Piacenza, dove la situazione sembra tenere stando ai numeri, si è ripiombati in pieno nel baratro dei contagi e degli ospedali strapieni. Abbiamo raggiunto il dottor Luigi Cavanna al day hospital oncologico che dirige per fare il punto sulla delicata questione vaccini e farmaci per la cura del Covid dopo la recente sentenza del Tar del Lazio.

ORTOPEDIA DIVENTA SEDE UNIVERSITARIA DAL PRIMO MARZO

Dal 1° marzo il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Piacenza diventerà sede ulteriore dell’Università di Parma. Uno step ulteriore che va ad aggiungere un tassello importante per l’integrazione tra Ausl di Piacenza e l’Ateneo parmense che sfocerà nell’istituzione del nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia in lingua inglese che nella dovrebbe partire a settembre, per l’anno accademico 2021/22. “Manca solo la conferma da parte dell’Agenzia nazionale del sistema di valutazione universitaria che darà l’ok definitivo alla partenza del nuovo corso di laurea” ha spiegato il rettore Paolo Andrei che ha aggiunto “Piacenza ha pieno titolo per diventare città universitaria e di interscambio tra didattica, ricerca e formazione, in vista dell’obiettivo di avere un ospedale universitario”. A proposito proprio di questo anche il direttore generale Luca Baldino ha specificato che “occorrerà rivedere lo studio di fattibilità del nuovo ospedale perché di incardinerà con il corso di laurea in medicina. Stiamo lavorando sulla sede provvisoria -ha specificato il dg – ma non possiamo ancora anticipare nulla”.

“Niente si è fermato, neppure in piena pandemia – ha precisato il sindaco Patrizia Barbieri – ma abbiamo concretizzato un progetto strategico e di respiro internazionale per la nostra città. Oggi è un’altra tappa importante per la nostra sanità”.

“E’ un sogno che si realizza – ha detto con emozione il professor Pietro Maniscalco che dal primo marzo entrerà a far dei docenti della facoltà di medicina di Parma – torno a Parma dopo 30 anni, da quando mi sono laureato. Nel luglio scorso ho partecipato al concorso e l’ho vinto, ora per me si apre un nuovo percorso, non solo per la traumatologia ma per tutta la sanità piacentina. Per ora concretamente cambierà poco – ha detto Maniscalco – perché non ci saranno esami che avranno a che fare con la traumatologia, ma questo è un progetto a lunga gittata”.

 

“UN LOCKDOWN VERO PER EVITARE LA TERZA ONDATA”

Abbiamo imparato a conoscere la loro abnegazione in questi mesi di pandemia. Infermieri e medici della terapia intensiva svolgono un lavoro prezioso, di cui fino a pochi mesi fa praticamente  non si parlava, oggi sulla bocca di tutti. “Questa è una grande occasione per rendere la nostra professione proattiva, e non è facile” ci ha detto il dott. Massimo Nolli primario di terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale di Piacenza che non ha dubbi “ci voleva un lockdown secco per evitare la terza ondata”.

ECCO LA NUOVA TERAPIA INTENSIVA. “TEMPIO PER NOI RIANIMATORI”

“Un luogo meraviglioso, un tempio rimodernato e funzionante per il lavoro dei rianimatori”. Così il dottor Massimo Nolli, direttore del dipartimento di Terapie Intensive, Anestesiologia e Terapia del Dolore, ha definito, con emozione, la nuova terapia intensiva dell’ospedale di Piacenza. I lavori sono incominciati a fine agosto e conclusi in soli due mesi e mezzo, tempi record per un lavoro di rimodernamento così importante. L’intervento, del costo di 1.300.000 euro, fa parte della programmazione finanziata dalla stato centrale.

Con la nuova terapia intensiva, l’ospedale può contare su 15 posti letto, 6 posti letto in terapia intensiva respiratoria inaugurata un paio di mesi fa e 30 posti staffabili. “Un numero molto maggiore di quanto attualmente Piacenza ha bisogno” ha riferito il direttore generale dell’Asl Luca Baldino.

“Più luce, migliori percorsi, più spazi, informatizzazione, tutto questo è la nuova terapia intensiva” ha detto il dottor Nolli “a noi ora l’impegno di farla lavorare nel miglior modo possibile. E’ meraviglioso. Questa pandemia ci ha insegnato che elasticità, velocità dei percorsi, posti letto staffabili sono indispensabili. Attorno ai letti – ha concluso Nolli – ci sono le persone con la loro competenza medica ed infermieristica. Alla regione chiediamo di utilizzare al meglio questi posti letto”.

“Sulle terapie intensiva Piacenza è virtuosa, anche nei numeri – ha detto l’assessore regionale Raffaele Donini – è sotto la media perché arrivano meno malati. Questo significata aver più tempo per curare i pazienti. Quello di oggi è un gran risultato ottenuto in tempi record, segno che la politica e le amministrazioni hanno mantenuto le promesse”.

CONTAGI IN CRESCITA NELL’ULTIMA SETTIMANA. 195 RICOVERATI PER COVID

I nuovi positivi nell’ultima settimana sono 1320 con un incremento del 20% rispetto alla precedente, i tamponi eseguiti 11769. Il rapporto tra tamponi e positivi è dell’11.2%, in regione 13.11% e in Italia 16.19%. “Piacenza si conferma – ha sottolineato il direttore generale Luca Baldino – la provincia all’interno dell’Emilia Romagna con il maggior numero di positivi ogni mille abitanti 4.64. Un dato che non si spiega con il maggior numero di tamponi effettuati, ma piuttosto con la vicinanza alla Lombardia e al fatto che molti piacentini lavorano in quella regione, ma non siamo assolutamente nella situazione di marzo”.

Le USCA hanno eseguito 736 visite tutte a domicilio, in totale da marzo hanno visitato 7492 pazienti; le persone in quarantena perché contatti stretti sono 2909, in isolamento fiduciario perché di rientro da paesi a rischio 66, in isolamento in quanto Covid postivi 2011. In tutto le persone 4986, la settimana scorsa 4277.

Nelle scuole i positivi, tra docenti e studenti, sono in tutto 1692, 84 in più rispetto alla settimana precedente; coinvolte 328 classi e 113 istituti di città e provincia.

Del totale dei positivi il 53% è sintomatico e il 47 asintomatico. Per la maggior parte la diagnosi è avvenuta tramite contact tracing 40%, sintomi e Usca 33%, da laboratori privati 10%.

L’età dei positivi: si registra una diminuzione nella fascia 41-64 che passa da 39% a 35%; nella fascia 0-17 i positivi sono il 16%; tra i 18 e i 40 il 30.4%, 65-79 11.3% e aumenta la percentuale dei positivi nei grandi anziani oltre 80 anni che passa da 5.5% a 7.3%.

I pazienti in terapia intensiva sono 13: 6 ricoverati in UTIR e 7 in terapia intensiva. I pazienti ricoverati nei reparti intensivi e non intensivi sono 195. Diciassette i deceduti nell’ultima settimana.

OSPEDALE DI FIORENZUOLA DIVENTA COVID. CHIUSO IL PRONTO SOCCORSO

L’ospedale di Fiorenzuola, da oggi, diventa Covid mettendo a disposizione circa 60 posti letto. Una decisione che si è resa necessaria con l’aumento dei ricoveri di pazienti positivi al Coronavirus.

“Il ricovero di alcuni pazienti positivi nella struttura della Val d’Arda iniziato già nella giornata di ieri- afferma Luca Baldino, direttore Generale dell’Azienda Usl –  va nella direzione di mantenere in piena attività i reparti delle medicine, della geriatria e dell’oncologia di Piacenza mantenendoli covid-free. Infatti, come già avvenuto per lo spostamento dell’attività chirurgica all’ospedale di Castel San Giovanni, anche questa modifica organizzativa tende a conservare il più possibile il livello delle prestazioni, visite e ricoveri dedicati a pazienti non covid e a non interrompere così l’attività “ordinaria” di questi reparti”.

Come previsto dal piano predisposto, all’aumento dei tamponi positivi registrati sul territorio nelle ultime settimane corrisponde un aumento dei pazienti che si presentano in Pronto soccorso e che hanno necessità di ricovero: oggi sono oltre 200 le persone positive ricoverate nelle strutture pubbliche e private (la Casa di cura Sant’Antonino) della rete ospedaliera piacentina.

“Nell’ospedale di Fiorenzuola verrà chiuso da giovedì prossimo il Pronto soccorso, mentre rimarranno attive e in sicurezza, con percorsi dedicati, le attività ambulatoriali e di diagnostica radiologica. Il personale del Pronto soccorso andrà a rinforzare l’attività sanitaria della Medicina. I pazienti negativi presenti nel nosocomio che non possono essere dimessi saranno ricoverati nei reparti “puliti” di Piacenza e, se necessitano di riabilitazione, verranno ammessi alla casa di cura San Giacomo di Ponte dell’Olio”.

Il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi pur rendendosi conto della decisione necessaria per fronteggiare l’emergenza epidemiologica specialmente a tutela delle persone più fragili, “permane tuttavia la problematica che un’ampia fascia di cittadini piacentini, della val d’Arda e vicini, rimarranno ancora privi fino a data da destinarsi di un presidio importante di Pronto soccorso. Per riuscire a uscire il prima possibile da questa situazione posso solo chiedere ai miei concittadini di prestare ancora la massima attenzione per contenere il numero dei contagi e nel frattempo risollecitare l’Azienda a minimizzare i disagi e a occupare il periodo di inattività per eseguire tutte le opere necessarie per riavere l’ospedale alla massima efficienza”.

COVID, LA CURVA DEI CONTAGI RALLENTA. VICINI AL PICCO? “TROPPO PRESTO PER DIRLO”

Siamo vicini al picco? E’ ancora troppo presto per dirlo, ma è un’evidenza che si legge dai dati che la curva dei positivi si sta lentamente appiattendo, almeno nell’ultima settimana. Con tutte le precauzioni che la pandemia impone, questo dato apre uno squarcio di positività dopo settimane di buio.

La prudenza è massima, ha ribadito più volte il direttore generale Luca Baldino analizzando i dati, occorre aspettare anche la prossima settimana, ma resta il fatto che la curva sta, al momento, rallentando. I casi positivi registrati sono 1101, il 14% in più della scorsa settimana, (in regione Emilia Romagna il 27% in più), percentuale dunque in netto calo, ancora più bassa se si mettono a confronto le settimane ancora precedenti quando l’aumento era del 118%; i tamponi effettuati sono stati 10480, con un incremento del 5%. “Oggi i dati piacentini – ha detto Baldino – dimostrano che a Piacenza l’incremento è minore rispetto agli altri capoluoghi della regione, segno chele misure di restrizione stanno funzionando mitigando l’aumento. Ma per la valenza effettiva occorre ancora attendere”.

Le USCA hanno eseguito 679 interventi a domicilio, anticipando così la cura dei pazienti nelle proprie abitazioni evitando, nella maggior parte dei casi l’ospedalizzazione.

Il totale delle persone i isolamento e quarantena è di 4277: 2211 le persone in quarantena perché contatti stretti, 2023 quelle in isolamento perché Covid positive.

Aumenta il divario tra positivi asintomatici e sintomatici: il 56% ha i sintomi della malattia, il 44% è asintomatico. La tipologia dei pazienti è per la maggior parte segnalata dalle USCA o da coloro che hanno o sintomi (37%), contact tracing 28%, laboratori privati 22%. Nelle CRA il sistema sta tenendo molto bene, i positivi sono tutti asintomatici.

La suddivisione in età vede un aumento della fascia 41-64 che sale al 39%, 18-40 al 29%, 0-17 scende al 15%, 65-79 sale all’11%, oltre 80 anni è stabile al 5.5%.

L’impatto sul pronto soccorso è stabile come la scorsa settimana: circa la metà degli accessi per Covid (25) viene ricoverato (10/12). I pazienti ricoverati per polmoniti hanno un incremento molto lento (14), quelli in terapia intensiva sono 13 di cui 7 in UTIR e 6 in intensiva. Di questi ultimi 5 sono intubati.

Sono 167 i pazienti totali ricoverati per Covid, un incremento lineare ben lontano dai 716 del picco del 31 marzo. I decessi sono stati 7.

“Il livello di pressione attuale – ha spiegato il dg – non mette in difficoltà l’azienda, A Piacenza non sta accadendo quello che purtroppo vediamo in altre città. Il contact tracing sta rientrando nella normalità, non ci sono code di ore per i tamponi e il referto viene fornito in 24/36 ore”.

L’attività chirurgica continua a funzionare regolarmente, soprattutto per preservare la chirurgia elettiva, cioè tumorale e non differibile. Il dott. Patrizio Capelli ha spiegato che si è operata una delocalizzazione della chirurgia in aree covid free: Castel San Giovanni per la chirurgia generale, Casa di cura Piacenza per la senologia e otorino. A Piacenza è rimasta la chirurgia urgente. “I percorsi sono assolutamente sicuri – hanno ribadito Baldino e Capelli – per cui non occorre disdire nè rinunciare ad interventi o visite programmate”.

COVID: A PIACENZA 159 PERSONE POSITIVE E 4 DECESSI

Sono 159 i nuovi positivi registrati nella provincia di Piacenza, di cui 71 sintomatici. In tutto sono 8317. Purtroppo anche 4 decessi (3 uomini di 94, 92, 84 anni e una donna di 93); le persone in terapia intensiva sono 11, uno in più rispetto a ieri.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 71.408 casi di positività, 2.360 in più rispetto a ieri, su un totale di 12.950 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 18,2%.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,4 anni.