Eleganza e solidarietà. La cena benefica di gala per la chiusura di Expo si è svolta in un clima elegante e raffinato votato alla solidarietà. Il ricavato della serata è stato interamente devoluto al fondo Caritas per le popolazioni colpite dall’alluvione del 14 settembre. Gli chef stellati piacentini hanno preparato il menù, i sommelier hanno pensato ad abbinare i vini la gente ha offerto il proprio contributo per una buona causa. Palazzo Gotico si è trasformato un in vara e propria sala da ricevimento con una trentina di tavoli sobriamente apparecchiati arricchiti dal sapiente tocco di Davide Groppi per le l’illuminazione. “Non siamo qui per celebrarci – ha detto il sindaco Dosi – ma per ricordare che abbiamo fatto grandi cose perchè le abbiamo fatte insieme e per affermare che di fronte a una disgrazia siamo stati capaci di reagire in una maniera non comune”. Nel corso della serata sono stati ripercorsi i momenti salienti dell’esperienza piacentina ad Expo allietati dalle voci del coro del Gospel Choir. Alla cena hanno partecipato per lo più i rappresentanti delle istituzioni e delle principali associazioni, ma anche privati cittadini.
PIACENZA IN PIAZZA CONTRO IL TERRORISMO
Sdegno per i fatti di Parigi e solidarietà verso il popolo francese. Piacenza ha reagito così agli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Un presidio in piazza Cavalli a cui hanno partecipato cittadini e istituzioni che non vogliono e non possono arrendersi alla violenza. Nessun simbolo, solo qualche bandiera arcobaleno e tanto dolore verso le vittime. A prendere la parola anche un gruppo di studenti francesi a Piacenza per studiare: “siamo colpiti e arrabbiati, è la seconda volta in un anno che accade questa tragedia, stasera sono qui con voi- ha detto la giovane studentessa commossa – per una questione di umanità”. Al presidio ha partecipato anche un gruppo nutrito della Comunità Islamica di Piacenza, Yassin Baradai si è detto “sconcertato per quello che è accaduto. Saremo sempre in prima fila contro la violenza. Siamo contro a qualsiasi strumentalizzazione”. “Solo uniti possiamo battere questi criminali che uccidono alle spalle persone innocenti. Insieme si può vincere il terrorismo con la coscienza della fratellanza e l’alleanza tra i popoli” ha detto Giuseppe Chiodaroli direttore della Caritas. Ha preso la parola anche il sindaco Dosi: “se un Dio porta ad uccidere, quello non è un Dio. Piacenza è una delle città con il più alto tasso di stranieri e di minori nelle scuole, quello che facciamo ogni giorno è un esercizio di convivenza ed integrazione e la piazza di oggi ne è un esempio”. “Dare un segnale di vicinanza non deve essere nè banale nè demagogico” ha detto il sottosegretario Paola De Micheli. “Il sangue di Parigi ci ricorda che se da una parte la quotidianità ci fa sentire meno soli, dall’altra stare in piazza significa dire che non ci arrendiamo. Dobbiamo garantire quei diritti che prima di noi qualcuno ci ha garantito”.
#IOMIVACCINO, IL VIDEO DELL’ASL PER VACCINARSI CONTRO L’INFLUENZA
Ci sono un soccorritore, una nonna, una futura mamma, un medico, un’insegnante, persone comuni protagoniste del video per la vaccinazione antinfluenzale promosso dall’Asl di Piacenza in collaborazione con la Lilt. Un video per invitare gli anziani, persone con patologie croniche, operatori sanitari a vaccinarsi contro l’influenza per ridurre la circolazione dei virus antinfluenzali nella popolazione e fare in modo che i soggetti più fragili non corrano il rischio di affrontare le complicanze. il video è pubblicato sul canale youtube dell’Asl https://youtu.be/D3vY-x9Cfac
IL GIARDINO MAI REALIZZATO DI PALAZZO FARNESE
Ci sarebbe stato anche un giardino a completare la mole di Palazzo Farnese secondo i desiderata della duchessa Margherita e degli elaborati progettuali di Vignola. Un giardino che, nella realtà, non fu mai realizzato molto probabilmente a causa della partenza della duchessa per le Fiandre e del suo successivo ritiro in Abruzzo. Secondo le ricerche degli architetti Roberta e Lucio Morisi, autori della ricostruzione compiuta in base alla osservazioni di piante storiche della città e di giardini coevi realizzati per altre ville, il giardino di Palazzo Farnese era stato pensato con una prima parte sviluppata all’italiana con parterres geometrici e simmetrici definiti da basse siepi e pavimentazioni di inerti . Il fondale scenografico d’architettura vegetale avrebbe mostrato fontane, specchi d’acqua, statue e rampe di scale, atte a superare il dislivello che ancora oggi interessa quest’area, quella che scende verso il campo Daturi. Come in altre ville e palazzi progettati dal Vignola, Palazzo Farnese doveva essere intrinsecamente connesso all’ambiente circostante e la progettazione dell’edificio era quindi strettamente legata a quella del giardino. Il progetto di ricostruzione è inserito tra le proposte realizzate per la promozione della città in occasione di Expo 2015. Domenica 6 dicembre, alle 16.30, a Palazzo Farnese, l’architetto Roberta Morisi illustrerà al pubblico l’ipotesi di ricostruzione del progetto.
PIACENZA SALUTA EXPO CON LA CENA BENEFICA PER GLI ALLUVIONATI
La sfida, per istituzioni, pubblici e privati, è far finta che Expo continui, o meglio lavorare in condivisione, come è stato per questi sei mesi. E’ la ricetta del sindaco Dosi propone per continuare a godere dell’effetto positivo che l’Expo ha portato. Un modus operandi che Piacenza deve continuare a fare proprio, è il pensiero del primo cittadino, che traccia un bilancio seppur parziale, della partecipazione piacentina all’esposizione universale di Milano. La cena di gala benefica, il cui ricavato sarà devoluto alla popolazioni alluvionate, è la dimostrazione di come le forza di Expo e la capacità di reagire della comunità piacentina insieme possano produrre grandi cose. Il menù è firmato dai grandi chef piacentini: Filippo Chiappini Dattilo, Isa Mazzocchi, Claudia ed Emanuela Cattivelli, Sabrina Pezza, Claudio Cesena, Betty Bertuzzi, Camillo e Giacomo Pavesi, Cristina Bellocchio; gli studenti del Raineri Marcora serviranno la cena, presenti anche i sommelier Fisar e Ais. Lunedì 16 novembre il salone di Palazzo Gotico potrà ospitare fino 300 persone. La quota di partecipazione è a partire da 50 euro le prenotazioni devono essere effettuate entro il 12 novembre scrivendo a relazioni@bloomet.it o rossogotico@gmail.com
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CUORE DI MAGLIA, UNA CAREZZA CHE AVVOLGE I BIMBI PREMATURI
Un grosso cuore rosso sostenuto dagli attrezzi del mestiere. In questo caso gli attrezzi del mestiere sono i ferri da lana grazie ai quali sapienti mani di donne creano oggetti unici che scaldano il cuore. Si chiama Cuore di Maglia, è un’associazione di volontariato nata nel 2008 ad Alessandria, da allora l’associazione si è allargata fino a raggiungere 40 città italiane isole comprese. Cuore di maglia è fatta da donne con la passione per i ferri e l’uncinetto capaci di realizzare meravigliosi sacchi nanna, copertine e cuffiette per i neonati prematuri delle terapie intensive neonatali. A breve l’associazione si costituirà ufficialmente anche a Piacenza, una decina di donne che metteranno a disposizione la propria passione per i bambini prematuri. Si incontrano il secondo e il quarto lunedì del mese al negozio Gomitoli e Fantasia di via Grandi e tutti i mercoledì al bar di via Romagnosi 70. hanno già consegnato al reparto di neonatologia dell’ospedale alcuni lavori.
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JASNA: “ESSERE POVERA NON SIGNIFICA ESSERE UNA CATTIVA MADRE”
Da quest’estate vive in un camper. Avevamo incontrato Jasna la primavera scorsa nel suo monolocale in città dove viveva con i figli. Ci aveva raccontato la sua storia, il suo impegno per fare valere i diritti delle donne sole con problemi di salute. Jasna convive da anni con la sclerosi multipla, una malattia destinata a degenerare. Ogni giorno non sa come il suo corpo affronterà una nuova giornata, ma nonostante questo non si piange addosso, con il sorriso guarda avanti. L’appartamento dove Jasna abitava fino a qualche mese fa non ha l’ascensore, e per lei diventa difficile, in certe giornate, poter scendere e salire, nonostante l’aiuto delle stampelle. Dallo stato le arriva ogni mese una pensione di invalidità di 280 euro con i quali deve badare a lei e in parte ai figli, dopo la separazione, dieci anni fa dal marito. Il 10 novembre per Jasna sarà una data importante, dopo la quale potrà, forse, chiudere un capitolo doloroso della sua vita.
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LOTTA ALL’OBESITA’, QUESTIONE DI EDUCAZIONE
La lotta contro l’obesità infantile è prima di tutto una questione di educazione. Educazione ad un corretto stile di vita che non significa vietare alcuni cibi, ma farne prevalere alcuni rispetto ad altri, introducendoli nella vita di ogni bambino fin dal pancione della mamma. Anche Piacenza ha dato il suo contributo alla giornata mondiale dell’alimentazione con un incontro dal titolo Obesity week a cui hanno partecipato il comune e vari esperti del settore.
Educazione alle buone pratiche, si diceva. A Piacenza l’anno scorso è stata sostituita la merenda cosiddetta strutturata nella scuole dell’infanzia con un frutto; prima di tutto seguire le linee guida del Ministero e per evitare gli sprechi di cibo. I dati confermano che a Piacenza il 25 per cento dei bambini soffre di problemi di sovrappeso, alcuni di questi, in percentuale minore ma pur sempre significativa, raggiunge l’obesità. “A livello nazionale il trend di crescita si è arrestato sfiorando l’ 11% – ha detto Simona Bertoli, ricercatrice piacentina vice direttore del centro internazionale per lo studio delle complicanze – poi c’è una forte differenza tra nord e sud. Nonostante il trend di crescita si sia arrestato c’è ancora tanto da lavorare”.
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BARACCHI: “MUSEO DELL’AGRICOLTURA, E’ DAVVERO NECESSARIO?”
E’ stato presentato la settimana scorsa in fase preliminare, e già qualche mal di pancia se l’è portato con sè. Il progetto del museo della meccanizzazione agricola ha creato non poco disagio soprattutto tra gli addetti ai lavori, architetti in primis, che hanno sollevato dubbi e perplessità sulle modalità, tempi e luoghi a cui si è arrivati a questa progettualità. Giuseppe Baracchi, presidente dell’Ordine, si è fatto portavoce di questo imbarazzo, attraverso questa nota:
“Dopo l’articolo in cui si illustrava per giusti sommi capi il Museo Interattivo sull’Agricoltura, non nego che parecchi colleghi architetti mi hanno inviato sms, mail, WhatsApp,messenger, FaceBook (e’ questo il mondo della multimedialità) e altro per manifestare un certo disagio in merito alla notizia. Ora che da più tempo si sapesse di questa “progettualità” non ci sono dubbi, ma ciò che i colleghi hanno fatto notare sono i tempi, luoghi e modalità con cui si è arrivati a tutto ciò. Ho atteso e pensato molto prima di scrivere queste note ma essendo Presidente di Ordine Professionale che comprende tecnici liberi professionisti, professori universitari, tecnici comunali, dipendenti a vario titolo di società, ho l’obbligo di difendere la professionalità di alcuni colleghi e allo stesso tempo farmi portavoce di coloro che esprimono discrete e pacate contrarietà, il tutto nel puro spirito collaborativo e di chiaro ed onesto dibattito culturale.Vedo di porre in linea le criticità espresse:
- Uno dei punti riguarda l’incarico assegnato in modo diretto. Certo può essere incarico fiduciario sotto soglia ed ogni riferimento o allusione viene automaticamente cancellata ma i dubbi a molti sono rimasti sulle modalità;
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Se incarico (fiduciario o meno, pubblico, privato, misto) sono stati rispettati i parametri di riferimento del D.M. 143/2013 riguardante le tariffe prestazionali per le opere pubbliche?
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Con quale criterio e modalità si presenta un progetto su un’area ad oggi non ancora passata al Comune di Piacenza? Non poteva essere fatto un piccolo bando di concorso di progettazione nell’attesa che il bene diventi Comunale?
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Perché fare conferenza Stampa in Sala Consigliare per illustrare un progetto su un bene non ancora di proprietà Comunale? Dai messaggi che mi sono giunti è sembrato almeno improprio, certo, il bene vi arriverà con tempi forse anche brevi, ma ad oggi pare non ancora essere di proprietà ed una “pubblicità” gratis ha creato pacati malumori.
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Ma è veramente necessario un Museo dell’Agricoltura? Si sono fatti studi sulla reale capacità gestionale del bene? Con quali risorse (ad oggi paiono non esserci) si opererà per la sua realizzazione?
Personalmente invece rispondo pubblicamente ad alcune domande che ponevano dubbi professionali:
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Ho l’obbligo/dovere di difendere la professionalità di colleghi che svolgono la loro attività di architetti con decennale competenza;
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La presenza di un Consigliere dell’Ordine non ha nessun significato, in quanto la stessa collabora con capacità e professionalità da parecchi anni con lo studio che ha redatto il progetto;
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Sarà compito e ruolo dell’Ordine avere sempre più un ruolo collaborativo e propositivo, mai di diniego ma di eventuale critica costruttiva, nelle proposte che l’Amministrazione farà in ambito Urbanistico, ponendosi a servizio per le competenze che può esprimere.
Queste le domande espresse a cui sono seguite alcune precise risposte.
Cosa dire? Nulla di più. La speranza è che una buona volta si esca dalle progettualità “preconfezionate” sotto forma di tesi di laurea, di studi o ricerche universitarie, di progettualità sorte per proporre utilità alla città, spesso proposte con casualità, senza una strategia complessiva di che cosa Piacenza abbia realmente necessità. Piacenza deve si trasformarsi, non a spot ma su progettualità complessiva, d’insieme, sulle reali necessità dei cittadini, non per parti ma attraverso un ascolto che l’Amministrazione sta ponendo in atto. Tanti progetti sono pronti da mesi, ma ancora non vedono la luce. Per pastoie burocratiche, volontà politiche, difficoltà progettuali, di rapporti con enti ed istituzioni, di dialogo tra parti pubbliche e private, di mercato, a cui si aggiungono tempi lunghissimi di progetto e di approvazioni conseguenti. In conclusione, farsi portavoce di colleghi in situazioni come queste è assai difficile e complesso, si rischia o di rompere delicati equilibri, o di iniziare finalmente un vero dialogo di progetto per Piacenza, fattore che per molti Architetti sembra appunto non esserci. Credo che la via stia come sempre nel mezzo, porsi a servizio. L’Ordine cercherà il più possibile di essere collaborativo (come spero stia dimostrando) e non di rottura, gli Architetti possono portare il loro piccolo contributo e su ciò a breve l’Ordine proporrà alcuni temi su cui aprire un dialogo costruttivo”.
OPEN DAY ALL’OSPEDALE, TRA FESTA E RIFLESSIONI
E’ stato il giorno della gente, dei volontari, delle associazioni. Con l’Open day l’ospedale di Piacenza ha aperto le porte dei reparti ai cittadini. Tanti eventi collaterali ad arricchire la giornata così come tanti sono stati gli stand che hanno arredato la piazzetta del Polichirurgico, Lego, trucca bimbi, laboratori per studenti grazie alle 25 associazioni coinvolte. Una giornata di festa in cui non sono mancati i momenti di riflessione. Ad aprire il momento dell’inaugurazione il direttore generale Luca Baldino che ha posto l’accento sull’importanza di un corretto stile di vita fin da piccoli: mangiare sano, movimento, non fumare e screening in base all’età.
Un gruppo di mamme dell’Associazione Essere Mamma ha partecipato alla camminata e al flash mob organizzati dai Consultori familiari, Pediatria, Ostetricia e Ginecologia in collaborazione con il Centro Salute Donna. Sullo sfondo delle belle immagini della mostra fotografica “Il latte della mamma non si scorda mai” Maria Cristina Molinaroli, ginecologa responsabile del Centro Salute Donna, ha rimarcato l’importanza dell’allattamento al seno e quanto ancora c’è da lavorare. “A Piacenza dal 2011 si è registrato un incremento dell’allattamento esclusivo ma non basta superare il 50 per cento, tutti noi professionisti della salute dobbiamo fare di più”. Ad esempio dare la possibilità alle donne di allattare nei luoghi pubblici. “E’ un impegno che ci dobbiamo prendere prima di tutto noi operatori della sanità – ha proseguito Molonaroli – ma anche la politica”.
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