IL SISTEMA PIACENZA E’ IN RIPRESA, MA C’E’ UN GAP DI MANUALITA’ NELLA MANODOPERA

L’economa piacentina mostra evidenti segni di ripresa, nonostante le condizioni geopolitiche degli ultimi due anni non giochini certamente a favore, prima tra tutte il conflitto russo ucraino.
Tuttavia, si diceva, il sistema piacenza va avanti, come riferiscono i dati del primo semestre 2023 presentati sul numero 44 di Piacenza economia lavoro e società, nel rapporto congiunturale elaborato dalla provincia di piacenza e dalla camera di commercio dell’Emilia.

All’interno del rapporto congiunturale, è presente un focus sul fabbisogno professionale delle imprese piacentine, che costituisce un indicatore importante per lo sviluppo del territorio. È una istantanea vivace quella che ne esce, forte dei 30 mila nuovi contratti di lavoro stipulati, ma debole sulla forte difficoltà in cui si trovano le imprese nel trovare le figure professionali che desiderano.

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LEGAMBIENTE: “DALLA REGIONE, DATI SUL CONSUMO DI SUOLO DISCUTUBILI E PROPAGANDISTICI”

Legambiente Piacenza definisce “discutibili e propagandistici” i dati emersi dal monitoraggio della regione Emilia Romagna sul consumo di suolo nel nel periodo transitorio (2018-2023) rispetto alla piena attuazione della legge urbanistica n.24/2017.
“E’ ovvio che i risultati di uno studio sono direttamente conseguenti ai criteri – a nostro avviso discutibili – con cui i dati sono raccolti e interpretati – si legge nella nota di Legambiente – per esempio quanti Comuni hanno risposto ai quesiti della Regione? Nel report della Regione si legge il 68% (nella provincia di Piacenza 57%, cioè 26 Comuni su 46 !). Chi può garantire la corretta
comprensione dei quesiti posti agli uffici tecnici comunali? Chi può garantire l’omogeneità delle risposte, su una tematica così complessa, da parte di uffici tecnici oberati di lavoro e non certo entusiasti di dover interpretare l’autentica finalità dell’indagine conoscitiva? Perché tanta enfasi sui risultati considerando che sono esclusi i dati delle trasformazioni urbanistiche approvate e convenzionate nell’ultimo semestre del 2023, in cui sono arrivate a conclusione la maggior parte delle procedure a rischio di decadenza, come ad esempio quella dell’ex Camuzzi a Piacenza.

Perché non dire che fra i dati che attestano il consumo di suolo nella provincia di Piacenza, dal 2018 al 2023 (un dato sbalorditivo e incredibile di soli 12,2 ettari, secondo il monitoraggio regionale !) sono esclusi tutte i progetti ex art. 53 (procedimento unico) relativi ai numerosi interventi di ampliamento e ristrutturazione di fabbricati adibiti all’esercizio di impresa. Perché non precisare che sono escluse tutte le approvazioni degli insediamenti approvati nello stesso periodo tramite l’art 8 del DPR 160/2010 (vedi approvazione di circa 100 ettari nei Comuni di Castel San Giovanni, Caorso, Fiorenzuola, ecc., per insediamenti logistici ).

I dati dei Rapporti dell’ISPRA, per quanto rilevati con metodiche diverse, danno un quadro ben diverso e oggettivo della realtà, che possiamo osservare con i nostri occhi, percorrendo le campagne devastate da nuovi e sempre più ingombranti capannoni. Ben 449 sono gli ettari di prezioso suolo consumato nella provincia di Piacenza dal 2018 al 2022, quasi il 15% del totale regionale! Questa è la realtà; l’onda lunga di una pianificazione bulimica delle amministrazioni comunali degli ultimi 20 anni. Consumo di suolo nella
maggioranza dei casi irrimediabile e definitivo, altroché temporaneo, come si vorrebbe far credere. Se da un lato non si può ignorare che la Regione ER sia l’unica, nel panorama nazionale, ad aver approvato una legge che si propone di contrastare il consumo di suolo, non si può nemmeno ignorare – con un
atteggiamento più onesto e meno fideistico – che la stessa legge, attraverso l’estrema dilatazione del periodo transitorio e a seguito delle deroghe previste dall’art.6 comma 5, non riuscirà nel suo intento, purtroppo.
Molti urbanisti confermano che la decadenza delle pianificazioni previgenti l’entrata in vigore della legge 24 è frutto più delle dinamiche di mercato che dei deboli vincoli introdotti dalla legge stessa.
Per tale motivo auspichiamo che tutte le forze politiche autenticamente consce della necessità di una vera transizione ecologica, tesa a proteggere la salute e il futuro delle giovani generazioni, si esprimano apertamente contro il meccanismo della perequazione territoriale, che aprirebbe un nuovo e insostenibile varco al superamento del limite del 3% di consumo di suolo entro il 2050. Superamento non più giustificabile con lo stonato mantra dello sviluppo. Serietà e responsabilità suggeriscono ricette ben diverse per lo
sviluppo, rispetto all’ostinata e anacronistica strada della cementificazione e della speculazione immobiliare”,

“DA OGGI PIACENZA E’ DAVVERO CITTA’ UNIVERSITARIA”

Sottoscritto il protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale, le istituzioni accademiche aventi sede sul territorio – Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Parma – e il Conservatorio Nicolini. A siglare il documento, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, i rettori Franco Anelli, Donatella Sciuto e Paolo Martelli, accanto al presidente dell’istituto musicale Massimo Trespidi.
Grazie a questo accordo sarà possibile realizzare iniziative congiunte, promozionali e divulgative, finalizzate all’orientamento universitario e lavorativo dei giovani, alla continuità accademica e formativa e alle opportunità di civismo attivo e volontariato per gli studenti, per i quali si prevedono agevolazioni nella fruizione di spazi e servizi pubblici, eventi dedicati e interventi specifici di sostegno alla residenzialità per i fuori sede, ad esempio tramite l’istituzione di un fondo di garanzia per gli affitti.

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PARCHEGGIO CITTADELLA: DAL COMUNE ALTRI TRENTA GIORNI PER LE GARANZIE BANCARIE O IL CONTRATTO DECADE

L’affaire si complica, almeno così pare. Stiamo parlando del cantiere per il parcheggio di piazza Cittadella che, per prendere avvio, ha bisogno delle garanzie bancarie che non sono ancora arrivate, nonostante le proroghe concesse dall’amministrazione al gestore, Piacenza Parcheggi – GPS, si avvalga della clausola per cui il ritardo dipende dalle banche e non dalla sua volontà. Intanto dal 20 gennaio, prima scadenza entro cui sarebbero dovute arrivare le garanzie bancarie, si è passati al 31 gennaio. Il Comune il 5 febbraio ha inviato a GPS un nuovo atto “non una diffida – ha precisato il direttore generale Luca Canessa – ma una lettera per l’avvio di procedimento per la risoluzione del contratto, per grave inadempimento”. Se non è una diffida, poco ci manca, siamo all’ultima chiamata, verrebbe da dire. Dal 5 febbraio ci sono trenta giorni di tempo perché il concessionario risponda. E Canessa ha proseguito rispondendo alle domande della consigliera Zanardi (FdI): “alle precedenti nostre richieste il concessionario ci ha risposto invocando la clausola del ritardo delle banche, ma noi non l’abbiamo ritenuto adeguato, per questo abbiamo inviato la nuova lettera. Se entro 30 giorni il privato non dà giustificazioni, il contratto è risolto. Mai era uscito da questo ente, in dieci anni, un atto del genere. Se le garanzie non arriveranno, il contratto termina. Noi vogliamo la prova degli istituti bancari e – conclude – riteniamo di aver svolto dignitosamente il nostro lavoro con un addendum corretto che tutela il Comune. Faccio anche presente che da tempo il Comune non chiedeva al privato la certificazione antimafia, che noi abbiamo richiesto”. Ripercorrendo i fatti Piacenza Parcheggi – GPS ha risposto alla lettera inviata dal Comune il 29 gennaio sul mancato invio della documentazione necessaria (la cui scadenza era il 31 gennaio) con la clausola del ritardo delle banche. Motivazione che il Comune non ha ritenuto valida perché non suffragata da alcuna certificazione della banche coinvolte (banca di Piacenza e banca del Fucino), ma solo da un’autodichiarazione di Piacenza Parcheggi. Per questo, il 5 febbraio, il Comune ha ritenuto di inviare una nuova lettera per avvio di procedimento per risoluzione del contratto, per grave inadempimento.

“La tempistica non è governabile dal Comune o dal privato, se il tema è la bancabilità dell’opera – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici Matteo Bongiorni – noi vogliamo portare a termine una vicenda che ha un lungo corso, per sistemare un comparto del centro di fronte a Palazzo Farnese. Si è lavorato molto, non si poteva fare meglio o peggio, ma si è fatto tanto lavoro, sarebbe miope non avere prudenza nel risolvere una vicenda che galleggia da anni. Chiudo ponendo una domanda: non mi è chiaro quale sarebbe stato il piano B; quindici o venti giorni in più non fanno differenza posto che siano motivati non dal concessionario ma da una documentazione prodotta direttamente dalle banche”.

“Ma dopo quello che è successo con quale faccia mandiamo avanti un’opera porcata del genere? – si domanda il capogruppo di ApP Stefano Cugini – col giochino la colpa è delle banche si può andare avanti in eterno, se non c’era la bancabilità avrebbero dovuto subito mandarvi la documentazione e assumersi le proprie responsabilità”. E il collega Rabuffi “é dal primo agosto che il  soggetto gestore aveva il tempo per rapportarsi con gli istituti bancari. Ha avuto 187 giorni!!” Alla luce di quello che sta accadendo abbiamo la possibilità di dire no a quell’opera. La vicenda sta diventando una barzelletta!!”,
“Siamo in balia di un privato che sta facendo i suoi interessi e nel frattempo guadagna con l’aumento della tariffe per i parcheggi” ha tuonato la consigliera di FdI Sara Soresi; “Ci riserviamo di presentare un esposto alla Corte dei Conti per i danni subiti dai cittadini” ha fatto eco la collega Gloria Zanardi. “Nei dieci anni precedenti non c’era la necessità di contestare gravi inadempimenti perché tutta la partita di piazza Cittadella è stata condizionata dal Covid e dalla perdita economica lamentata da Gps sugli introiti della sosta” è la posizione della consigliera Patrizia Barbieri.

Se entro trenta giorni il concessionario non consegnerà la garanzia bancaria richiesta, il contratto verrà rescisso e si profilerebbero tre scenari: piazza Cittadella resta come è attualmente; il Comune si troverebbe a pagare un milione 200mila euro di cofinanziamento per il bando periferie; la gestione di tutte le soste a pagamento della città sarebbero in mano al Comune, e il rischio contenzioso con il concessionario potrebbe protrarsi per lungo tempo.
“Proprio alla luce di questo piano B – ha detto l’assessore Bongiorni – abbiamo cercato di percorrere lucidamente, step dopo step, il piano A, per l’amministrazione l’unica strada possibile”.

 

 

LA PALLAVOLO EDUCATIVA, PER NON DIMENTICARE LE ATROCITA’ DI AUSHWITZ

Sarà la pallavolo il mezzo con il quale una cinquantina di giovani atleti prenderanno coscienza degli orrori avvenuti al campo di Aushwitz. Dal 29 febbraio al 3 marzo si svolgerà a Cracovia in Polonia, un torneo giovanile che si si propone di aiutare i ragazzi, attraverso la pallavolo appunto, a non dimentica e far tesoro delle atrocità commesse dall’umanità. Un progetto proposto da otre 20 società e associazioni sportive dilettantistiche di pallavolo.

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GNOCCHI, CIVICA: “SPERO CHE IL CENTRO SINISTRA CONVERGA UNITO”

Ha fatto suoi quei meccanismi della politica che prima le parevano faragginosi, soprattutto per i tempi che le hanno creato all’inizio un po’ di spaesamento. Oggi Claudia Gnocchi, che siede da consigliera nei banchi della civica Tarasconi, ha le idee schiarite rispetto all’inizio dell’avventura politica.
Talmente schiarite da dimettersi dalla carica di capogruppo della civica in occasione della discussione sull’accordo operativo sull’area ex Camuzzi, l’unico rimasto in piedi, in coerenza con la posizione di sempre, stop a nuovo suolo occupato da centro commerciali o supermercati.
Nonostante ciò non si sente ai margini per le sue scelte ed auspica che il centro sinistra converga unito in particolare sui temi dirimenti per la città.

LA PROTESTA DEI TRATTORI ARRIVA ANCHE A PIACENZA. “SIAMO SOTTOPAGATI E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA NON CI TUTELANO”

La protesta è arrivata anche a Piacenza. Quasi 200 trattori sono arrivati dalle colline piacentine e dalla provincia di Fidenza fino al piazzale dello stadio. Rumorosi, con la bandiera italiane a tanti cartelli di protesa appesi alle benne, così come dev’essere per lanciare grida d’aiuto alla politica in particolare, ma anche ai cittadini che forse non si accorgono fino in fondo cosa significa il lavoro nei campi. Nessuna associazione di categoria a capo dell’organizzazione della protesta; qui ci sono agricoltori autonomi, alcuni di loro fanno parte di AGRI MO, Agricoltori Montagna, una piccola associazione la cui presidente è una giovane donna, moglie di un agricoltore.

Nessuna elemosina, ma meno burocrazia e ottenere il giusto compenso per le spese sostenute e una sana presa di coscienza da parte della politica di quanto l’agricoltura sia indispensabile per la vita di tutti i giorni.

LOGISTICA, VIABILITA’ E CONSUMO DI SUOLO. ECCO LE 43 OSSERVAZIONI PRESENTATE AL PTAV DELLA PROVINCIA

Sono 43 le osservazione al PTAV (Piano Territoriale di Area Vasta) depositate entro il termine del 22 gennaio. Per la maggioranza le osservazione provengono da enti, associazioni del territorio, ma anche Comuni, imprese e privati cittadini: molte sono articolate in più richieste/segnalazioni, per un totale di sollecitazioni complessive che si attesta a circa 150. Gli argomenti più caldi sono stati in assoluto la viabilità e la logistica, oltre al limite al consumo di suolo con le connesse scelte perequative fra i diversi territori comunali.

Legambiente Piacenza, tra le associazioni che hanno presentato le osservazioni, rileva “i nuovi interventi elencati e previsti dal PTAV produrrebbero un rilevante e ingiustificato impatto sul territorio a fronte di una situazione viabilistica che, sostanzialmente, già riesce a soddisfare le esigenze del territorio provinciale, se si escludono quelle criticità imputabili
all’esplosione della logistica che potrebbero essere risolte con soluzioni meno costose ed impattanti. Per la mobilità delle persone vale invece il principio del
potenziamento e adeguamento del trasporto pubblico, dell’ammodernamento delle ferrovie comprensoriali e il potenziamento della rete della viabilità ciclabile”. In sostanza Legambiente ritiene che le proposte viabilistiche siano fortemente sovrastimante rispetto alle esigenza effettive della Provincia di Piacenza e che l’impatto ambientale, in termini di consumo di suolo e paesaggio, risulti più elevato rispetto ai vantaggi attesi.

“Si richiede pertanto un forte ridimensionamento delle previsioni di nuove infrastrutture viabilistiche, sia derivante dal precedente strumento di programmazione (PTCP), sia di nuova pianificazione. In particolare si propone una revisione dell’elenco previsto dal PTAV”.

ARPAE, nella relazione depositata, chiede che l’eventuale consumo di suolo sia possibile solo per insediamenti direttamente connessi a stabilimenti produttivi. Inoltre “per contenere il consumo di suolo, si ritiene preferibile
che tutti i Comuni della provincia rispettino il limite massimo del 3% per l’aumento di superficie del territorio urbanizzato”. E ancora “il riconoscimento della criticità della qualità dell’aria dovrà portare ad inserire nella Disciplina del PTAV indirizzi specifici, volti a migliorare o quantomeno a non peggiorare ulteriormente lo stato della qualità dell’aria. In particolare per le attività che rientrano nel settore delle logistica, per cui il traffico indotto è certamente un fattore rilevante per l’inquinamento atmosferico, oltre che acustico”.

Il Comitato della Barabasca, nato dopo l’ampliamento delle logistica nella zona Careco Barabasca a Fiorenzuola, chiede che ” gli ampliamenti dal di fuori del territorio urbanizzato dei PPST esistenti siano consentiti per insediamenti di piccola logistica con superficie territoriale inferiore a 10.000 mq, solo se direttamente connessi a stabilimenti produttivi già esistenti”.

L’elenco completo delle 43 osservazione presentate è consultabile a questo indirizzo https://ptavpiacenza.it/formazione-del-piano/

L’iter prevede ora, in base all’art. 45, comma 9, della stessa legge, un periodo di altri 60 giorni entro cui la Provincia, ancora tramite atto presidenziale, “esamina le osservazioni presentate e gli esiti delle eventuali ulteriori attività di consultazione attuate” e “predispone la proposta di decisione delle osservazioni e la sottopone all’organo consiliare insieme alla conseguente proposta di piano da adottare”.
Con l’adozione del Piano da parte del Consiglio Provinciale inizierà la terza ed ultima fase del percorso di approvazione, regolata dall’art. 46 della legge.

 

 

 

 

CONSUMO DI SUOLO: PER LA REGIONE PIACENZA E’ LA PIU’ VIRTUOSA. NON LO E’ PER ISPRA. ECCO PERCHE’

la Regione Emilia Romagna ha pubblicato in line i dati relativi al consumo di suolo. L’esito di questa attività di osservazione, a cinque anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale numero 24 del 2017, mette la Provincia di Piacenza sul gradino più alto del Podio: è la provincia più virtuosa.

I dati – si legga nella nota dell’amministrazione – sono il frutto del monitoraggio regionale previsto dalla stessa legge urbanistica e realizzato in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma. All’articolo 5 intitolato “Contenimento del consumo di suolo”, la legge ha introdotto una verifica a cadenza semestrale con la quale i Comuni inviano alla Regione gli esiti del monitoraggio delle trasformazioni realizzate sul territorio. Il grafico indica i cinque interventi realizzati nella nostra provincia: due sono a Fiorenzuola, poi a Carpaneto, Besenzone e Travo per un totale di 12,2 ettari. Nessun intervento è stato realizzato nel territorio comunale di Piacenza.

“Sono dati più che positivi” commenta l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini ricordando il convegno dello scorso 28 novembre durante il quale gli stessi dati erano stati anticipati da Paolo Ferrecchi della Regione. “In questi mesi – prosegue – il dibattito pubblico sul tema in questione ha tenuto spesso banco in città e la speranza da parte di molti era ed è che a Piacenza non si consumi suolo nel periodo di transizione tra il precedente strumento urbanistico, il Psc, e il nuovo strumento di pianificazione, ovvero il PUG che è in corso di redazione. Ebbene è proprio così: il Comune di Piacenza non ha attivato interventi che erodano il limite previsto per il territorio urbanizzato”. Anzi, stando al monitoraggio regionale la provincia di Piacenza nel suo complesso è in assoluto la più virtuosa in questo senso. “C’è inoltre da considerare – precisa Fantini – che l’Emilia-Romagna è una delle poche Regioni italiane che si è data una legge per disciplinare il consumo di suolo, e non è cosa da poco. Ora siamo nelle condizioni di poter fare un primo bilancio oggettivo mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale ma, al contrario, considerando ogni opzione che rispetti i criteri stabiliti. Anche perché la sostenibilità economica va di pari passo con quella ambientale e sociale, come ha ricordato recentemente anche la sindaca Katia Tarasconi al convegno ‘Verso il Pug: la città che crea lavoro’ al quale era presente l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla”.

Un quadro che non è in linea con quello di ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero, i cui dati non hanno premiato Piacenza. al contrario l’hanno classificata come una delle province con il maggior consumi di suolo.

“Inizialmente non mi era chiara questa differente lettura – spiega l’assessora Fantini – poi mi sono documentata. Nel monitoraggio restituito da Ispra, oltre al consumo di suolo permanente dato da edifici, fabbricati, strade pavimentate, sedi ferroviarie eccetera, si includono anche gli usi temporanei che producono consumo di suolo reversibile come ad esempio strade non pavimentate, cantieri e altre aree in terra battuta, piazzali, cortili, campi sportivi, cave in falda, impianti fotovoltaici a terra. E’ una definizione che si differenzia di molto da quella delle previsioni insediative espansive a cui la legge regionale cerca di porre un freno”. “Il monitoraggio del consumo di suolo operato da ISPRA – prosegue l’assessora – avviene attraverso l’analisi della cartografia prodotta in seguito alla classificazione di immagini satellitari. I dati del consumo del suolo rilevati da ISPRA sono valori assoluti di “suolo consumato” che comprendono, ad esempio, le aree di cantiere funzionali alle trasformazioni. Questi dati, più volte evidenziati, assegnavano alla provincia di Piacenza il primato per incremento netto nell’anno 2021-2022 pari a 54,92 ettari. Ma lo stesso Michele Munafò, (dirigente ISPRA, responsabile del Rapporto SNPA sul consumo di suolo) nel suo intervento al convegno dello scorso 28 novembre, ha chiarito che i dati annuali hanno una rilevanza parziale perché i processi di consumo di suolo hanno una certa inerzia e vanno letti in periodi medio-lunghi. I processi pianificatori, aggiungo, hanno iter complessi e si attuano in determinati anni piuttosto che in altri anche per ragioni burocratiche, quindi una lettura corretta dei dati ISPRA dovrebbe quanto meno prendere in considerazione un quinquennio, se vogliamo confrontarli alla tabella regionale da cui siamo partiti”.

L’assessora all’Urbanistica porta due esempi per chiarire quali interventi ha fotografato ISPRA in quei 54 ettari che corrispondono a ciò che vediamo realizzato dal 2021 al 2022: “Si tratta di convenzioni quali l’AP12 Mandelli variante PUA 2018 convenzione 2020, o l’ambito di cava Polo 43 Ca’ Morta che prevederà la rinaturalizzazione a fine attività. Sono esempi particolarmente indicativi di quanto fuorviante possa essere la “fotografia” fornita da ISPRA: il primo, Mandelli, è esemplificativo della lunghezza dei processi, visto che si tratta di una pratica aperta anni fa; il secondo, Cà Morta, è un esempio di reversibilità: dove c’è la cava, in futuro la stessa area tornerà ad essere ambiente naturale a tutti gli effetti”.

“Questi 17 mesi di lavoro della giunta Tarasconi – conclude Fantini – ci hanno visti impegnati in attività di studio, nell’ascolto e nella creazione di una visione di una città attrattiva e sostenibile. Lo dimostrano, su tutte, due azioni concrete: il progetto dell’ex Manifattura tabacchi e l’approvazione in sede di Cuav dell’Accordo operativo Ex Camuzzi. È evidente che si sta lavorando nella direzione di privilegiare la rigenerazione urbana, il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo sia per le aree produttive dismesse. Questi i due assi portanti su cui ci muoviamo nella costruzione del PUG. E’ all’interno di questi principi e di questa visione di città che verranno valutati di volta in volta nuovi possibili insediamenti. L’obiettivo è ed è sempre stato per noi quello di disegnare la Piacenza del futuro tenendo in equilibrio la tutela dell’ambiente che passa anche attraverso il non consumo di suolo e lo sviluppo della città e del suo territorio”.

GIORNATA DELLA MEMORIA: MEDAGLIA ALLA MEMORIA DEL DEPORTATO LUIGI BIONDI

Oltre alle autorità, Prefetto, Presidente della Provincia e Sindaco, alla cerimonia in occasione del Giorno della Memoria erano presenti anche la classe 3° Grafica A del liceo artistico Cassinari, alcuni componenti della Consulta provinciale studentesca e una rappresentanza di studenti per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Al momento di preghiera affidato a don Davide Maloberti è seguita la consegna dell’onorificenza alla memoria di Luigi Biondi, deportato e internato dall’8 settembre 1943 e il 1° aprile 1945 presso l’azienda Hugo Schneider A.G.: alla sua figura è stata tributata la medaglia d’onore concessa dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.

“Mentre ci chiediamo, ancora una volta, come sia potuto accadere – ha detto la sindaca Tarasconi nel suo discorso – è alla nostra coscienza di donne e uomini liberi, al nostro stesso mondo civile che poniamo questa domanda.
Coltivare la memoria, ascoltarne il monito nel presente, trasmetterne gli insegnamenti più dolorosi alle ragazze e ai ragazzi che sono qui insieme a noi in questa ricorrenza, è l’unico modo in cui possiamo tendere la mano verso quella voragine che ha inghiottito milioni di vite. Non le dimenticheremo mai, ma nel loro nome continueremo a impegnarci per costruire la pace”.

“Non una semplice cerimonia o celebrazione – ha detto il prefetto Paolo Ponta – ma la trasmissione del ricordo delle vittime e di quanti hanno avuto il coraggio di seguire la propria coscienza, rifiutando di diventare complici di
una macchina di morte spietata e tristemente efficiente, in quella quotidiana banalità del male sottolineata da Hannah Arendt”.

“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterne gli errori – ha detto la presidente della Provincia Monica Patelli – pertanto è necessario sensibilizzare ragazze e ragazzi sugli eventi del passato, raccontando i fatti con
chiarezza e indicando gli esempi delle persone che hanno lottato con coraggio
contro la barbarie e hanno messo a rischio le proprie vite per salvarne altre.
Purtroppo – anche oggi – persistono pregiudizi, fanatismi e parole di odio.
Si tratta di semi maligni sui quali tutti abbiamo la responsabilità di vigilare, per
riconoscerli e per contrastarli unendo le forze: è un dovere che richiede una
disponibilità personale da destinare ad un impegno condiviso a ogni livello.
A tenere alta la nostra attenzione e farci da guida sono alcuni fari luminosi, come la Costituzione Repubblicana”.