DAGNINO: “DIALOGANTE E AUTENTICA. ECCO LA NOSTRA APP”

Dialoganti pur restando autentici. E’ da queste solide basi che Sergio Dagnino spiega come si pone Alternativa per Piacenza nei confronti della maggioranza di governo della città. Perché dopo l’ultimo consiglio comunale, in cui sono state approvate le due mozioni sulla logistica a firma di ApP emendate dal PD, in molti se lo sono chiesti.

E guardando alla città del futuro, da rivedere seriamente ci sarebbero la rete del trasporto pubblico locale, la consegna delle merci in centro storico, oltre che lo stesso centro storico, e poi avere il coraggio di mettere in pratica quello che già esiste ma di cui finora poco o nulla è stato realizzato, come il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. E poi ci sono quei nodi, quelli storici, come il parcheggio di piazza Cittadella su cui “occorre marcare stretti”.

https://fb.watch/pPrHBSYU6j/

VENEZIANI: “ECCO LA NUOVA VETRINA DELLA RICCI ODDI. OGGI E’ UN NUOVO BATTESIMO”

“Scoppiettante, stimolante, direzionale, arricchente e contemporaneo”. Così il presidente Jacopo Veneziani definisce il nuovo anno per la galleria Ricci Oddi. Perché se parlare di svecchiamento è poco elegante, certamente di modernizzazione c’è un gran bisogno. A partire dallo stato dell’edificio stesso, ma certamente anche dall’immagine che ne esce all’esterno. In questo anno appena passato che ha segnato l’insediamento del nuovo presidente, fortemente voluto dalla sindaca Tarasconi, si è lavorato sott’acqua per creare quello che oggi è stato presentato: nuovo logo che rappresenta due archi a tutto sesto della galleria e il salone d’onore, e il sito. Una vetrina nuova, perché anche l’occhio, mai come nell’arte, vuole la sua parte.

https://fb.watch/pN0F4O3Fz4/

FERRI, PD: “DALL’AMMINISTRAZIONE MI ASPETTO UN DIALOGO APPROFONDITO. NON VOGLIO RISPOSTE FACILI”

Dall’amministrazione Tarasconi si aspetta un costante dialogo particolarmente approfondito su quei temi che creano sempre più attrito. Non è un mistero, anzi questione quasi inflazionata, che su ambiente, urbanistica e consumo di suolo i nodi, tra amministrazione e una parte di maggioranza, siano evidenti per visioni e sensibilità. Un esempio, le dimissioni da capogruppo della civica Tarasconi di Claudia Gnocchi, dopo l’astensione sulla pratica dell’accordo operativo ex Camuzzi.

Il consigliere comunale del PD Sergio Ferri ha scritto e presentato una mozione sul consumo di suolo firmata da tutti i colleghi del Partito Democratico. Un modo per tenere viva la discussione su un tema che spesso divide. Senza dimenticare che il traguardo del 2050 è consumo di suolo zero, con la deroga al 3%, quota negoziabile tra i comuni.

PUG E LAVORO DI QUALITA’: PIACENZA PUNTI SULLE UNIVERSITA’

Il nuovo Piano Urbanistico Generale è una delle sfide maggiori per l’amministrazione. È come se dovesse ridisegnare la città stando al passo coi cambiamenti che sono in atto e sotto gli occhi di tutti; transizione demografica, sostenibilità e digitalizzazione. Piacenza dovrà essere competitiva su cinque tematiche: lavoro e qualità dello stesso, qualità della vita, progetto di futuro, metodo e reputazione, il punto più difficile da costruire perché è solo l’ultimo tassello di un puzzle molto complesso.

Nell’ambito del percorso partecipativo per la redazione del PUG, il lavoro è stato al centro del dibattito alla presenza degli stakeholders piacentini.

Tra gli aspetti da valorizzare per rendere attrattiva la città il ruolo delle università.

https://fb.watch/pEWXgCwQ80/

 

GENITORI PER UN MENU’ SANO: “SIAMO CONTRARI AL SONDAGGIO TRA I GENITORI. COMUNE E AUSL NON SI SOTTRAGGANO ALLE RESPONSABILITA’ “

Il Comune ha deciso di sottoporre al gradimento dei genitori il menù scolastico proposto ai propri figli nelle mense della scuole della città. Una decisione che non piace al comitato Genitori per un menù sano che, in una nota, hanno spiegato la loro contrarietà.

Dal 22 dicembre scorso il Comune ha invitato i componenti delle commissioni mensa ad effettuare un sondaggio sul gradimento tra il menù in vigore e una
proposta alternativa, al fine di una ipotetica riformulazione del menù stesso.

“Esprimiamo fin da subito la nostra totale contrarietà: abbiamo infatti la netta impressione che si stia affidando ai genitori, che non hanno le adeguate competenze, la decisione di scegliere se un menù sia migliore di un altro, sulla base oltretutto del solo gradimento. A nostro avviso – si legge nella nota –  questo è un modo per Comune e Ausl di sottrarsi alle proprie responsabilità.

Inoltre abbiamo constatato che finora il sondaggio è stato attivato solo in alcune scuole, escludendo ad esempio gli asili nido e le scuole paritarie che usufruiscono dello stesso menù. Questo non lo riteniamo assolutamente corretto; tutti i bambini hanno la stessa importanza e se si decide di intraprendere la strada del sondaggio, questo deve essere esteso a tutti i genitori dei bambini che usufruiscono dello stesso menù, nessuno escluso.
Abbiamo quindi chiesto a Comune e Ausl delucidazioni circa le modalità di svolgimento del sondaggio e in merito al mancato coinvolgimento di tutte le realtà scolastiche e ci auguriamo al più presto di ricevere le dovute spiegazioni dalle istituzioni.

ARCELLONI: “A PIACENZA LA CULTURA E’ GESTITA PRO DOMO SUA”

Filippo Arcelloni lavora nella cultura da oltre trent’anni; gli abbiamo chiesto quali sono le aspettative per questo 2024 appena iniziato. La criticità da risolvere sono parecchie, a partire dalla mancanza di spazi di cui soffrono alcune realtà locali. Ma ciò che più affligge chi fa cultura a Piacenza è la difficoltà nel reperire i fondi e fare rete “esistono monoliti intoccabili che lavorano su un proprio binario. La Fondazione Teatri ha, nel suo statuto, l’obbligo di lavorare con tutte le realtà locali, ma questo non avviene”.

“PIACENZA? AH SI’LA CITTA’ DELLA SIGNORA DI KLIMT”. PERCHE’ OGGI QUESTO NON ACCADE?

A Piacenza le salite al Guercino e al Pordenone fanno il boom e il Forte di Bard si crogiola degli oltre 11mila visitatori, in poco più di  un mese, arrivati in val d’Aosta per ammirare il Ritratto di Signora. Ora, non vogliamo fare paragoni, anche se un pò ci stanno. Le salite alle cupole della Cattedrale e di Santa Maria di Campagna, ribattezzate Mirabili prospettive, sono visitabili con un unico biglietto che comprende visite guidate per arrivare ad ammirare da vicino i capolavori del Guercino e del Pordenone, grazie ad un accordo tra Comune, Diocesi e banca di Piacenza. “In quattro giorni – riporta una nota dell’amministrazione – sono arrivati a Piacenza turisti da Roma, Siena, Milano, Modena e altre città italiane”.

“Decine di visitatori al giorno per tutte queste prime quattro giornate di apertura delle salite – prosegue il comunicato – con una concentrazione di turisti provenienti da fuori città il 30 dicembre e il primo dell’anno, mentre il 6 gennaio – giorno dell’Epifania – e il 7 gennaio i visitatori sono stati più che altro piacentini”.

Bene, ci mancherebbe altro! E’ inevitabile però segnalare che, non tanto distante da Piacenza, il Ritratto di Signora che proprio a Piacenza appartiene,  sta facendo registrare migliaia di visitatori, dal primo dicembre al 7 gennaio circa 11mila. L’opera di Klimt è stata prestata dalla Galleria Ricci Oddi al Forte di Bard fino al 10 marzo. Vien da chiedersi perché. Per puntare all’effetto boomerang, ovvero riportare visitatori a Piacenza? Gli stessi che hanno visto il Ritratto torneranno in città per una visita alla galleria o a Palazzo Farnese? Forse sì. Ma la domanda è perché non  puntare di più, o quasi tutto, su quest’opera? Piacenza dovrebbe “parlare la lingua” del Ritratto, essere identificata per quello, per arrivare a dire “Piacenza? ah sì, la città della Signora di Klimt”. Finora, a parte la mostra dopo il ritrovamento, pare non sia accaduto.

L’ex assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, sul profilo Facebook, si lascia andare ad uno sfogo rivolgendo un’aspra critica all’amministrazione. “Mentre a Piacenza si dormono sonni profondi da un anno e mezzo a questa parte, altrove non hanno nessun problema a godere dei benefici che può generare il patrimonio artistico piacentino se adeguatamente valorizzato: per ora, per come sfruttato, non sta dando di certo alcun beneficio alla città di Piacenza”. E ancora “Questa è la certificazione inconfutabile del fatto che le attuali politiche culturali di certo non valorizzano e promuovono Piacenza né tantomeno generano beneficio economico per tutto l’ampio indotto che avevamo saputo coinvolgere nel 2022. Cosa cambierà dopo questo ennesimo schiaffo a Piacenza? Probabilmente nulla”  conclude il post.

Certamente la politica gioca il suo ruolo, ma è altrettanto vero che pare mancare quella spinta ad approfittare di ciò che già esiste. Intorno all’opera di Klimt si potrebbe/dovrebbe giocare l’intera promozione di Piacenza: dalla cultura, al commercio, ai gadget, alla ristorazione, ai tour. La Ricci Oddi dovrebbe avere un ruolo ben diverso in questa città, non potrebbe essere certamente l’unica, ma una delle più importanti. E invece …

CASO VANNACCI: “MAI MI SOGNEREI DI AGGREDIRE UNA PERSONA SE HA IDEALI DIVERSI DAI MIEI”

Intorno al grave e increscioso episodio che si è consumato la settimana scorsa, all’esterno del teatro President, in occasione della presentazione del libro del generale Vannacci (https://fb.watch/pd4YLUH7ZR/), chi era presente sente la necessità di raccontare come è andata e di denunciare, senza se e senza ma, la violenza che si è consumata all’esterno. Quella che pubblichiamo qui sotto è firmata da una ragazza di 16 anni che frequenta il Liceo Artistico di Piacenza, insieme ad alcuni amici era presente alla manifestazione autorizzata organizzata dal Collettivo Contro Tendenza e R-Esisto.

Ecco il testo

Sono una studentessa di 16 anni del Liceo Cassinari. Scrivo questa lettera perché anche io ero presente alla contestazione di Vannacci e voglio raccontare la verità su quello che è successo a me e ai miei compagni durante quella sera dove uno di noi è stato colpito in faccia da una cinghiata.
Sono andata alla contestazione perché ho ritenuto giusto esprimere il mio dissenso all’iniziativa di aprire le porte di Piacenza a un uomo che ha scritto un libro molto controverso, un uomo che dice che “il pianeta è fascista perché si salva da solo”, cosa che in quanto attivista di Fridays For Future a Piacenza e referente nazionale del movimento mi ha colpito molto e non in senso positivo, che dice “cari omosessuali, normali non siete, fatevene una ragione” o ancora dichiara che i femminicidi non andrebbero chiamati così perché se viene ucciso un commerciante non lo chiamiamo commercianticidio.
Io e i miei compagni quella sera ci siamo incontrati in un bar poco distante dal President per mangiare qualcosa prima della manifestazione pacifica (che, ci tengo a specificare, era una manifestazione autorizzata ovviamente) e poi in circa una dozzina ci siamo incamminati verso il luogo della contestazione. Mentre stavamo ancora camminando per raggiungere il posto prestabilito, all’angolo tra la Santissima Trinità e il President, dal nulla sono sbucati sei fascisti, che hanno urlato contro di noi mentre si sfilavano le cinte dai pantaloni. Appena questi soggetti hanno iniziato a colpirci senza badare a niente e nessuno, due miei compagni più grandi mi hanno presa e messa dietro di loro per proteggermi, spostandomi in fondo al gruppo e mostrando grande coraggio, mentre davanti succedeva il pandemonio. Calci, pugni, cinghiate e alcuni ragazzi sono stati anche lanciati contro macchine parcheggiate li di fianco, e nel mentre noi urlavamo per far smettere quegli uomini. Per fortuna, gli aggressori sembravano visibilmente alterati da droghe e alcol e soltanto in quattro contro uno, cifra della loro vigliaccheria, sono riusciti a far del male a un signore, mentre per il resto i nostri compagni più grandi li hanno costretti a una fuga precipitosa quando si sono resi conto che in parità numerica non sarebbero riusciti a cavarsela. Certo, con tutte quelle cinghie che roteavano è un miracolo che nessun altro si sia fatto male!
Dopo poco è uscito il primo articolo online dove non si parlava però di un’aggressione a sangue freddo, ma di una rissa. Sui social poi hanno iniziato ad accusarci di “essercela cercata”, perché evidentemente secondo loro era normale che le persone andate per manifestare venissero aggredite. Persone che, per la precisione, stavano ancora camminando per andare al posto scelto per la contestazione, non avevamo neppure ancora iniziato a manifestare!
Questi uomini che ci hanno aggrediti erano li apposta per farci male, ci hanno teso un agguato bello e buono, noi eravamo indifesi, loro erano armati e hanno fatto del male a molti miei compagni tanto che uno di loro, a causa della cinghiata in faccia, si è ritrovato a concludere la serata in ospedale. In uno stato dove la libertà di pensiero e di opinione dovrebbero essere tra i diritti più importanti, questi uomini che ci hanno aggredito pensavano di farci stare zitti facendoci paura, proprio come ha fatto il fascismo in Italia: teneva le persone sotto controllo intimidendole e incutendo timore tra la gente. Però io non ho paura, so di essere nel giusto, perché una violenza del genere, totalmente ingiustificata, è da punire e noi non abbiamo fatto niente per meritarla se non camminare per strada. Sui social si è parlato anche di una provocazione da parte nostra, ma camminare in un gruppo di amici per strada significa forse provocare? E alle provocazioni, anche se poi effettivamente non ci sono state, è forse giusto rispondere con la violenza?
Ho solo 16 anni ma non mi sognerei mai in tutta la mia vita di aggredire una persona fisicamente, anche se i suoi ideali non corrispondessero ai miei. Il fatto che poi queste persone siano le stesse che da vent’anni vengono riconosciute perché compiono atti di violenza in città e nonostante ciò siano ancora libere di circolare indisturbate forse dovrebbe farci interrogare sul perché questi gesti siano sempre rimasti impuniti.

“LE ISTITUZIONI PIACENTINE SI UNISCANO PER VERDI. SU EX ALBERGO SAN MARCO URGE INCONTRO TRA COMUNE E AUSL”

Una lettera rivolta alle istituzioni locali per sollecitare “ad agire in funzione di coerenti iniziative riguardanti gli indiscutibili legami del maestro Giuseppe Verdi con il territorio piacentino”.

Comincia così la nota indirizzata in particolare all’amministrazione comunale, firmata da Stefano Pareti per il Comitato Ex Albergo san Marco, Pietro Chiappelloni per la Sezione piacentina di Italia Nostra, Gian Pietro Bisagni e Franco Sprega per Terre Traverse, Marco Corradi autore del volume Verdi non è di Parma  e Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano.

Ecco il testo:

Pensiamo che Enti Locali, Banche, Camera di Commercio unificata, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, unitamente a club di servizio e associazioni quali l’Unione Industriali e Confapi Industria, possano individuare una vocazione aggiuntiva a favore del nostro territorio, per investire sul futuro in campi spesso trascurati ma che possono favorire uno sviluppo che ci compete.
Quello che proponiamo è un passaggio fondamentale perché senza questo coinvolgimento saremo destinati a una sconfitta, e riteniamo che si possano cogliere i vantaggi economici, culturali e sociali che potrebbero derivare al territorio dalla nostra proposta.
L’esempio della vicina Parma è categorico. In quella città e nella sua provincia sono i negozi, gli alberghi, i ristoranti, gli enti locali e le associazioni culturali che “vendono” Verdi e la sua musica. Tutta la comunità ne è consapevole, ed è proprio questo che manca al territorio piacentino. C’è a Parma una mobilitazione generale che a Piacenza deve ancora essere avviata. La nostra comunità si deve organizzare per rispondere alle attese dei turisti, valorizzando i lasciti verdiani finora trascurati o ignorati. Si tratta di operare un imprescindibile salto di qualità.
Il Maestro Giuseppe Verdi può far crescere Piacenza e la sua provincia, perché musica e cultura possono costituire un’opportunità importante quanto i settori tradizionali, spesso in affanno.
L’industria turistica comporta non la trasformazione radicale del territorio, tale da non renderlo più riconoscibile, ma consente invece un suo pieno e permanente riconoscimento e arricchimento. Il “prodotto” verdiano della nostra terra è un bene che, per essere goduto, richiede che la materia prima, che ha concorso a crearlo e a dargli valore, venga attentamente tutelata. Il paesaggio e il territorio non debbono essere sfruttati, ma vanno conservati, migliorati e arricchiti. E ciò vale per Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, per l’ospedale dello stesso comune voluto e finanziato da Verdi, per le terre che sono state parte delle aziende agricole del Maestro e anche per l’ex Albergo san Marco a Piacenza, destinabile in gran parte a museo dedicato a Giuseppe Verdi, nonché per ogni altro lascito verdiano.
Chiediamo alle istituzioni locali piacentine di aderire tutte assieme a questo progetto che potrà essere occasione di sviluppo e collaborazione, tale da riscoprire aspetti inediti della vita del Maestro e da attirare turisti e visitatori.

In proposito, gli scriventi ritengono che per la situazione di stallo in cui versa l’edificio dell’ex albergo San Marco sia urgente un incontro formale tra il comune di Piacenza e l’AUSL di Piacenza, per verificare ogni possibile soluzione anche amministrativa riguardante il fabbricato.
Inoltre, si condivide lo sforzo compiuto dal ministro Sangiuliano per villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, e si apprezza l’idea annunciata alla stampa della procedura di esproprio per pubblica utilità, nonché quella di una Fondazione per la gestione del fabbricato e dei preziosi arredi in esso contenuti.
Infine circa l’Ospedale di Villanova ci si augura che, oltre al materiale della cappella interna, venga salvaguardata la Stanza di Verdi in essa contenuta grazie all’impegno delle Verdissime.com che ne furono le generose artefici.

In conclusione, gli scriventi ritengono che il comune di Piacenza possa assumere un ruolo-guida in questa impresa e chiedono alla sindaca Katia Tarasconi un incontro per meglio articolare la portata della proposta cui dare attuazione.

 

EFFETTO VANNACCI: CONTESTAZIONE E UN FERITO ALL’ESTERNO. “CONTENTO DI ESSERE DIVISIVO”

Tensione alle stelle. Mentre il generale Roberto Vannacci fa il suo ingresso al cinema President, fuori è pura contestazione. È il collettivo Contro Tendenza e R-Esisto, in modo del tutto lecito e autorizzato, ad accendere la protesta contro l’arrivo del generale e delle tesi proposte nel libro Il mondo al contrario, 230 mila copie vendute da agosto.

La situazione si fa tesa, ancora di più, quando nei pressi del parcheggio della Santissima Trinità, uno dei contestatori del collettivo, che stava raggiungendo il gruppo è stato aggredito e colpito, pare con una cinghia, da alcuni sostenitori del generale, probabilmente ultras. La polizia è al lavoro per l’identificazione dell’aggressore. Intanto la gente ha continuato a defluire e in pochi minuti ha riempito il teatro.