ACCAMPATI IN CITTADELLA PER PRESIDIARE ANCHE DI NOTTE. SUL CANTIERE MANCANO ANCORA LE INDICAZIONI NECESSARIE

Una tenda, qualche genere di conforto e così la notte è passata. I manifestanti hanno decisi di presidiare il cantiere di piazza Cittadella anche stanotte per scongiurare la possibilità che gli addetti al taglio degli alberi potessero entrare in azione nella tarda serata o nelle prime ore della mattina.

Stamattina, intorno alle 6, qualche residente ha portato la colazione a chi ha trascorso la notte in tenda. “C’è stata molta solidarietà da parte della persone – ci hanno raccontato gli attivisti – ci hanno ringraziato per quello che stiamo facendo, perché è una lotta per tutti”.

Rispetto a ieri non è praticamente cambiato nulla, se non la disposizione del reticolo arancione a copertura della recinzione in metallo; non vi alcun cartello con le indicazioni necessarie per l’avvio del cantiere. Intanto per oggi, alle 18, è confermata la manifestazione aperta alla città.

CITTADELLA: IL PRESIDIO BLOCCA LE MOTOSEGHE, PER ORA. “CANTIERE IRREGOLARE”

Il cestello con le motoseghe esce dal cantiere tra gli applausi dei presenti, una cinquantina di manifestanti che, dalle prime ore di stamattina, hanno presidiato il cantiere. In piazza Cittadella, le transenne sono state sistemate ieri sera, con il buio, intorno alle 22, fino al tardo pomeriggio era presente il sit-in delle associazioni ambientaliste.
Stamattina l’arrivo degli addetti per l’abbattimento delle piante nell’area delimitata dalle transenne poste la sera precedente, nonostante il 10 settembre sia stata fissata l’udienza in tribunale per il ricorso presentato da Legambiente insieme ad alcuni cittadini. Tra le proteste dei presenti e l’intervento della Digos, il furgone è uscito dall’area di parcheggio.

Ecco come é andata

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CITTADELLA: PRESIDIO DEI MANIFESTANTI “PROTEGGEREMO GLI ALBERI FINO ALLA FINE”

Ogni albero ha appeso al tronco un cartello, come se fosse lui stesso a parlare, un appello a non essere abbattuto. Li hanno affissi Legambiente, Italia Nostra, Fate e il Laboratorio popolare che si stanno alternando a presidiare piazza Cittadella, in vista dell’arrivo delle prime ruspe. Perché da oggi è scattato il divieto di sosta per le auto, qualcuna per la verità ancora ha azzardato, una pattuglia della municipale è stata avvistata ma non ha fato sanzioni.

Mercoledì 28 alle 18 è stato organizzato un appuntamento aperto a tutti i cittadini che non vogliono l’abbattimento degli alberi contro – si legge nel volantino – un progetto vecchio oltre 30 anni, quando esigenza urbanistiche ed ambientali erano ben diverse.
C’è da dire, a onore di verità, che queste associazioni degli alberi e dei benefici della loro presenza hanno sempre parlato e discusso: nel 2018 la consulta ambiente e territorio con un documento sottoposto nel 2023 all’assessore Bongiorni, poi l’esposto firmato da Legambiente, Italia Nostra, fate per sottolineare la storicità della piazza e quindi la sua tutela.

Intanto l’amministrazione sta allestendo il cantiere anche in via Maculani, per la sosta degli autobus a servizio, in particolare, dell’istituto Romagnosi e del liceo Gioia, in vista dell’avvio dell’anno scolastico. Il servizio viabilità lavori pubblico ha comunque garantito, anche in questa, circa la metà dei posti esistenti, lavorando prima su un lato e poi sul restante.

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“LA SANITA’ RISCHIA DI ESSERE PRIVILEGIO DI POCHI”. CGIL E ASSOCIAZIONI IN PIAZZA

Tagli per 37 milioni di euro negli ultimi dieci anni, 111 ospedali chiusi e 113 pronto soccorso. Rispetto al 2013 sono 37 mila i posti letto in meno e i tagli al personale toccano le 29 mila unità.

In questo scenario la sanità pubblica diventa sempre più un miraggio. Per questo la Cgil di Piacenza, insieme a numerosi altri soggetti del territorio, ha organizzato un presidio per chiedere più finanziamenti per la sanità pubblica, oltre che un nuovo piano sociosanitario per la provincia di piacenza votato nel 2017.

SELTA: LAVORATORI IN PRESIDIO

Incertezza su un futuro lavorativo sempre più appeso ad un filo. I lavoratori della Selta di Roveleto di Cadeo, questo presidio davanti a Confindustria avrebbero preferito non farlo, ma si è reso necessario da una situazione praticamente insostenibile. Ecco la loro voce

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ESODATI PIACENZA, DAVANTI AL MINISTERO DEL LAVORO PER L’OTTAVA SALVAGUARDIA

E’ costante ed assiduo l’impegno del gruppo Esodati per ottenere l’ottava salvaguardia e dare la possibilità di andare in pensione per i 34.000 esclusi. Il 23 giugno scorso a Roma  la Rete dei Comitati degli esodati ha manifestato sostenuto davanti al Ministero del Lavoro ottenendo 4 importanti incontri istituzionali tutti volti a sollecitare: la chiusura delle 7 salvaguardie, l’immediata attivazione della conferenza di servizi che ne certifichi i risparmi conseguiti, l’approvazione di un ottavo provvedimento che ricomprenda tutti gli esclusi.

Da alcune indiscrezione sembra che del gruppo esodati piacentino, una quarantina, solo 30 abbiano presentato l’istanza per la settima salvaguardia, questo significa che una decina non è al corrente della concreta possibilità dell’ottava o non ha avuto notizie a riguardo. Per tutte le informazione relative ai termini entro cui presentare istanza è possibile mandare una mail all’indirizzo esodatipiacenza@libero.it

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PIACENZA IN PIAZZA CONTRO IL TERRORISMO

Sdegno per i fatti di Parigi e solidarietà verso il popolo francese. Piacenza ha reagito così agli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Un presidio in piazza Cavalli a cui hanno partecipato cittadini e istituzioni che non vogliono e non  possono arrendersi alla violenza. Nessun simbolo, solo qualche bandiera arcobaleno e tanto dolore verso le vittime. A prendere la parola anche un gruppo di studenti francesi a Piacenza per studiare: “siamo colpiti e arrabbiati, è la seconda volta in un anno che accade questa tragedia, stasera sono qui con voi- ha detto la giovane studentessa commossa – per una questione di umanità”. Al presidio ha partecipato anche un gruppo nutrito della Comunità Islamica di Piacenza, Yassin Baradai si è detto “sconcertato per quello che è accaduto. Saremo sempre in prima fila contro la violenza. Siamo contro a qualsiasi strumentalizzazione”. “Solo uniti possiamo battere questi criminali che uccidono alle spalle persone innocenti. Insieme si può vincere il terrorismo con la coscienza della fratellanza e l’alleanza tra i popoli” ha detto Giuseppe Chiodaroli direttore della Caritas. Ha preso la parola anche il sindaco Dosi: “se un Dio porta ad uccidere, quello non è un Dio. Piacenza è una delle città con il più alto tasso di stranieri e di minori nelle scuole, quello che facciamo ogni giorno è un esercizio di convivenza ed integrazione e la piazza di oggi ne è un esempio”. “Dare un segnale di vicinanza non deve essere nè banale nè demagogico” ha detto il sottosegretario Paola De Micheli. “Il sangue di Parigi ci ricorda che se da una parte la quotidianità ci fa sentire meno soli, dall’altra stare in piazza significa dire che non ci arrendiamo. Dobbiamo garantire quei diritti che prima di noi qualcuno ci ha garantito”.

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CGIL: PRESIDIO IN PREFETTURA CONTRO IL JOB ACT

La Cgil si mobilita contro il Job Act. Giovedì 28 maggio è previsto un presidio davanti alla Prefettura a sostegno della proposte che il sindacato avanza per un cambiamento delle politiche sociali ed economiche del Governo. Nel volantino che promuove la manifestazione, si legge che “dove non ancora effettuato rimane proclamato un pacchetto di 4 ore di sciopero in tutti i settori da indire e gestire entro la fine di maggio da parte delle singole RSU anche in relazione a specifiche problematiche aziendali e anche per favorire la partecipazione dei lavoratori alle iniziative programmate”. “La crisi sociale ed economica prosegue e produce effetti pesanti per i lavoratori ed i pensionati di questo Paese – scrive la Camera del Lavoro di Piacenza – la mancanza di un vero progetto industriale e di sviluppo, i provvedimenti governativi in materia di lavoro, la restituzione solo parziale e insufficiente ai pensionati di quanto ingiustamente tolto con il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, confermano le motivazioni delle nostre mobilitazioni culminate con lo sciopero generale del 12 dicembre 2014”. la Cgil chiede: la cancellazione del Job Act con un nuovo statuto dei lavoratori, il rilancio di un piano del lavoro, finanziamento per un piano straordinario dell’occupazione, di riformare il sistema previdenziale, cambiare la riforma della PA, rivedere il disegno di legge di riforma della scuola, rinnovare i Contratti Nazionali (pubblici e privati)

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