“A chi mi chiede chi era Aldo Braibanti dico: prima di tutto un uomo libero, che ha lottato per la sua libertà e quella degli altri”. Così ci risponde il nipote Ferruccio.
Una libertà che gli è costata tantissimo sul piano personale; con il processo e la condanna a nove anni per plagio nel 68, ma anche per essere stato partigiano e per questo arrestato due volte a Firenze, dove subì delle torture. Una figura di spicco del 900 italiano, eppure di lui non si conoscono tutte le opere, la sua vita, forse per la innata riservatezza e per la scarsa propensione ad apprezza la celebrità. La famiglia ha donato al Comune di Fiorenzuola un fondo di 15 mila libri per rendere le sue opere patrimonio comune. “Perché Aldo non è stato solo il processo”.