BUZZI: “CARBONEXT NON E’ UN MOSTRO A DIECI TESTE”

A parlare per la prima volta davanti a cittadini, residenti e comitati in un incontro pubblico è l’ingegner Antonio Buzzi, direttore operativo del settore Cemento Italia, accompagnato dall’avvocato Claudio Vivani e dall’ingegnere Renato Ferrero. Un’istruttoria pubblica in cui per la prima volta il progetto del Carbonext è stato presentato ai cittadini, gli stessi che hanno avuto la possibilità di portare all’assemblea un proprio intervento, certamente non benevolo verso il progetto della Buzzi Unicem. 29 interventi, concisi, alcuni più tecnici, altri più di pancia ai quali non è stata data direttamente una risposta, che invece arriverà nelle prossime settimane dai soggetti che siedono in Conferenza dei Servizi. Al termine della lunga istruttoria ha preso la parola Antonio Buzzi, che ha risposto alla domanda di una cittadina di Vernasca: “Porterebbe a vivere in val d’Arda i suoi figli?” “Certo” è stata la sua risposta “compro qui la carne ed è la migliore che abbia mai mangiato”.

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ALLUVIONE, REGIONE: TEMPI DIMEZZATI PER PROGRAMMARE GLI INTERVENTI URGENTI

Nel post emergenza si lavora, un lavoro di squadra che sta portando a risultati concreti. Il primo la riapertura della strada provinciale di Recesio dopo 40 giorni dall’alluvione. Una riapertura al traffico senza enfasi, non sarebbe il caso, in quel tratto dove la strada è crollata su stessa, hanno perso la vita tre persone, di cui uno resta ancora disperso. Intanto Regione e Provincia stanno lavorando, come hanno definito gli amministratori “di squadra”, per risultati concreti. Il presidenre Stefano Bonaccini ha annunciato che in tutto la regione arriverà a stanziare circa 20 milionidi euro, una parte di questi, non ancora quantificati, destinati al risarcimento dei privati. Ad oggi di già stanziati risultano 5 milioni dalla Regione diventati 7 per 66 cantieri operativi in tutto il territorio. 10 milioni dal governo per quali si sta studiando un piano di programmazione, ordinanza 292, che dovrebbe essere pronta in tempi dimezzati. Primo punto delle priorità le opere a difesa del fiume e di pulizia. Per questo nel bilancio 2016 della regione sono compresi 2 milioni di euro per non gravare sui 10 messi a disposizione del Governo.

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PONTE DI PONTE DELL’OLIO: SCONGIURATA LA CHIUSURA. STRADA DI RECESIO, A FINE OTTOBRE LA RIAPERTURA

Il ponte di Ponte dell’Olio non chiuderà alla circolazione, come era stato previsto in un primo tempo, e la strada provinciale di Recesio verrà riaperta al transito per la fine di ottobre. Sono le principali novità, in termini di viabilità, che la Provincia ha annunciato a sole due settimana della disastrosa alluvione che ha messo in ginocchio un intero territorio. Sul ponte del Nure a Ponte dell’Olio verrà istituita una viabilità a senso unico alternato, con riserva di limitate e occasionali chiusure solo nelle ore notturne previa comunicazione alla cittadinanza. La struttura ha subito gravi danni sulle arcate oltre che microfratture per cui occorre un delicato intervento di impermeabilzzazione. “Con la decisione di non chiudere il ponte – ha sottolineato il Presidente Francesco Rolleri – i lavori si allungheranno. Il termine è previsto entro gennaio 2016”. I tecnici della Provincia insieme alla ditta Elios di Piacenza sono arrivati a progettare una soluzione che che prevede di installare una doppia serie di micropali, 32 in tutto, distribuiti sulle due pile. “Si realizza una nuova struttura – ha spiegato l’ingegner Stefano Pozzoli – che sostituisce la volta danneggiata; l’arcata sarà svuotata dal carico e avrà solo valore estetico, ma non avrà più azione portante”.

L’altro intervento importante è sulla provinciale di Recesio: i lavori vengono eseguiti in concomitanza con quelli di competenza del Servizio Tecnico di Bacino degli affluenti del Po. La riapertura alla circolazione è ipotizzabile per la fine di ottobre, su strato bituminoso di base. “Non sarà la versione definitiva – ha spiegato Rolleri – durante l’inverno ci saranno assestamenti, fino a che nella primavera prossima avverrà la rifinitura”.

Gli interventi totali di rifacimento e messa in sicurezza sono in tutto 4; per questi la Provincia ha già anticipato, con risorse proprie, 3 milioni 500 mila euro. “Una somma – ha specificato il direttore generale Vittorio Silva – che costituisce il bilancio annuale dell’ente. Stiamo aspettando la copertura del Governo e della Regione, se così non fosse il bilancio avrà seri problemi”. Il costo complessivo degli interventi necessari a riportare la viabilità alla normalità è di 12 milioni di euro.

Altri collegamenti che necessitano di essere ripristinati sono il ponte sul Rio Castello in loc. Rocca dei Folli nel comune di Ferriere; oggi la struttura è crollata, il percorso provvisorio comprendente il guado viene realizzato con caratteristiche tali da renderlo percorribile anche ai veicoli pensanti. L’apertura al transito del percorso alternativo è ipotizzabile per la fine di novembre, a fronte del reperimento di 350 mila euro l’esecuzione dell’intervento. Anche la strada provinciale di Val d’Aveto ha subito danni per l’intero tratto: sono attualmente in corso i lavori per la ricostruzione della carreggiata stradale in più punti. La completa riapertura al traffico è stimabile entro la prima metà di ottobre. La Provincia, su richiesta dei comuni di Bettola e Ponte dell’Olio ha assunto fino alla riapertura, la gestione dei tratti alternativi alla Provinciale interrotta all’altezza di Recesio. “Si può dire senza sopravvalutarci – ha detto la vice presidente Patrizia Calza – di aver dato una buona prova. La strada di Recesio sarà ripercorribile in tempi molti brevi. Oltre ai tecnici della Provincia, anche le ditte appaltatrici dei lavori, per lo più piacentine, hanno mostrato disponibilità e competenza”.

PROV. STRADE ALLUVIONE

ALLUVIONE, DANNI SULLE STRADE DELLA PROVINCIA PER 12 MILIONI DI EURO

Supera i 12 milioni di euro la stima dei danni alle strade e ai ponti della provincia dopo l’alluvione del Nure. Sono state particolarmente danneggiate alcune strade e lesionati diversi ponti, come emerge dalla ricognizione in via di completamento. I maggiori danni si sono verificati lungo l’intera asta fluviale del Nure a partire dalla zona della foce presso Roncaglia fino a monte di Ferriere, nell’intera val d’Aveto e nell’alta Val Trebbia. Sono state particolarmente colpite la strada provinciale 654R di val Nure caratterizzata dalla presenza di un numero particolarmente elevato di Ponti (alcuni dei quali lesionati) , la strada provinciale n. 586R di Val d’Aveto rimasta per alcuni giorni impercorribile in diversi punti, e le strade provinciali nei Comuni di Ottone, Cerignale e Ferriere. L’urgenza di molte situazioni non consente di attendere la disponibilità dei fondi regionali e statali che sono stati promessi. In attesa che vengano questi vengano resi disponibili, la Provincia ha già avviato gli interventi più urgenti per far fronte alle emergenze e riportare la rete viaria ad accettabili condizioni di sicurezza, mettendo a disposizione 3 milioni e 360 mila Euro, concentrando quindi su tali situazioni le disponibilità di bilancio e revisionando quindi la programmazione iniziale dei lavori pubblici.

Il comune di Piacenza ha deciso di prorogare l’apertura del punto informazione di Roncaglia fino alle 18 di domenica 27 settembre; gli addetti presenti gestiscono anche il numero telefonico 334.8864268, oltre che la casella di posta elettronica emergenza. alluvione@comune.piacenza.it. Resteranno allestiti sino a domenica 27 anche le docce e i servizi igienici collocati nel cortile della scuola di Roncaglia, mentre il modulo della Protezione Civile accanto all’info point verrà smantellato nella giornata di giovedì 24 settembre. Prosegue, nel frattempo, l’erogazione dei pasti alle famiglie che non possono provvedere autonomamente. Rimane inoltre in vigore il divieto di transito ai mezzi pesanti nel centro abitato di Roncaglia, dove è costante la presenza di una pattuglia della Polizia Municipale. Mercoledì 30 alle 21, al circolo Arci, si terrà un incontro pubblico con i residenti di Roncaglia e delle zone alluvionate, per un confronto diretto sulle priorità e i problemi da gestire.

bettola strada crollata

BITUMIFICIO, I CITTADINI CHIEDONO UN PARERE LEGALE

Un sit-in dopo l’altro. La settimana scorsa sotto la sede della Provincia si erano radunati cittadini, comitati e associazione ambientaliste per dire no al progetto del Carbonext. Oggi la Conferenza dei Servizi ha discusso la AUA, Autorizzazione Unica Ambientale relativa al progetto del bitumificio in località Pontenuovo di Gossolengo. I cittadini che si sono opposti al progetto hanno ripetutamente chiesto al sindaco di Gossolengo sia in assemblea pubblica che in forma scritta e attraverso le osservazioni di Legambiente, che si procedesse alla procedura di VIA , Valutazione di Impatto Ambientale. Comune e Provincia hanno sempre affermato che la legge non lo consente. I cittadini però sono di opinione opposta, da qui è scattata la richiesta al Comune per un parere legale, parere che ad oggi non è ancora arrivato.

bitumificio sit in

BIG SNOW ARRIVA IN RITARDO E PORTA IL CAOS

Con 24 ore di ritardo è è arrivata Big Snow. Nella notte la neve è caduta abbondante anche in città. Nonostante fosse stata annunciata da giorni il disagio si scatena, è sempre così. Eppure siamo in febbraio, mese nel quale fenomeni come quello di oggi dovrebbero essere frequenti. Tant’è. Limitiamoci a descrivere quello che abbiamo visto: alberi caduti su macchine in sosta, ahimè, traffico paralizzato, tir in blocco in strada Caorsana per il blocco dell’A21, ambulanze intervenute per piccoli incidenti e tamponamenti. Capitolo pulizia delle strade: marciapiedi poco percorribili, soprattutto in certe zone, ma qui si potrebbe aprire un dibattito a chi spetta la pulizia: proprietari delle abitazioni che si affacciano sulla porzione di strada o Comune? Intanto la Provincia a cui, ricordiamo, spetta la gestione di 111101.100 km e raggiunge i 1.500 m di quota, ci tiene a precisare che i mezzi spartineve sono intervenuti nella giornata di ieri nelle zone di montagna nelle quali già nella mattinata il livello della neve aveva superato i limiti previsti, mentre nella notte gli interventi hanno riguardato anche la viabilità di pianura. Nella serata di ieri sono entrati in funzione anche i mezzi spargisale per prevenire la formazione di ghiaccio. Situazioni di criticità si sono verificate lungo l’asse della strada n. 10, in direzione di Cremona, perché alcuni mezzi pesanti, sprovvisti di idonei pneumatici, hanno ostruito le carreggiate e, sempre lungo la 10, nei pressi di S.Nicolò e Caorso in conseguenza della chiusura della autostrada A21. Inoltre, lungo il tratto di pianura della strada di Valnure, come in alcune altre situazioni, il traffico intenso ha provocato la compattazione sul manto stradale della neve che nel frattempo continuava a cadere, rendendo difficoltoso il successivo sgombero. Non sono mancati neppure i mezzi spargisale che sono entrati in azione ieri sera e stamattina. Ricordiamo che l’amministrazione aveva specificato che le risorse destinate alla manutenzione stradale invernale erano assicurate solo per i primi mesi dell’anno a causa della Legge di Stabilità che ha falcidiato il bilancio seppur sano della Provincia di Piacenza. Questo tradotto significa che le risorse a disposizione ammontavano a 800 mila euro. Vien da dire, senza troppi giri di parole: speriamo che Big Snow abbandoni la pianura Padana. Il sindaco Dosi ha confermato che nonostante il maltempo le scuole rimarranno aperte anche sabato 7 febbraio, cogliendo l’occasione per invitare i piacentini ad utilizzare i mezzi pubblici, che offrono maggiore sicurezza in queste condizioni atmosferiche e che, liberando per quanto possibile le strade dal traffico privato, si favorisce l’efficacia e la tempestività degli interventi dei mezzi antineve. 

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“A TUTTO TONDO” IL VOLONTARIATO CHE SOSTITUISCE IL PUBBLICO

Il volontariato che spesso arriva là dove il pubblico è carente. Nella puntata pre natalizia di A tutto tondo abbiamo deciso di focalizzarci sul mondo del volontariato, sulle sue necessità e sulle costanti risorse di cui ha bisogno per sopravvivere. E soprattutto sul vero motore, ovvero le persone. Un settore che tiene nonostante la crisi economica e la crisi di valori. Peccato che la burocrazia rischi di soffocare ogni intenzione. Ne abbiamo parlato con la nuova presidente dello Svep Laura Bocciarelli, volto noto perchè già presidente di Avis.

Tra i temi della puntata il caso Provincia, l’occupazione dei dipendenti risultato della legge di stabilità che costringerà i lavoratori, quello assunti dell’ente, ad una riorganizzazione. ma il posto quello non salterà. Salterà invece per quei 30 precari, mai stabilizzati, del settore agricoltura e centro per l’impiego.

Tra i temi anche la firma storica che ha consegnato Palazzo Farnese al Comune di Piacenza. Il palazzo rientra nella lista dei 39 siti, con particolari caratteristiche, che il demanio ha affidato ai comuni. Sul versante aree militari prosegue il processo di dismissione, entro l’anno tre caserme della città verranno messe suol mercato dalla cassa depositi e prestiti alla ricerca di investitori.

E per augurare a tutti buon Natale abbiamo deciso di proporvi il messaggio di auguri del Vescovo Gianni Ambrosio.

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PROVINCIA: PREPENSIONAMENTO PER 55 DIPENDENTI. CALZA:”PIU’ COLLABORAZIONE DAI SINDACI”

Sono cambiate le regole d’ingaggio, sono cambiare le regole del gioco. La nuova Provincia, quella di secondo livello, è cambiata e non tutti ne hanno preso ancora coscienza. Lo sanno bene i dipendenti, che nonostante le occupazioni e le preoccupazioni legittime, non perderanno il posto di lavoro come invece accadrà probabilmente ai precari; lo sanno bene il presidente Francesco Rolleri e i consiglieri che dopo un paio di mesi dall’elezione si sono trovati una Legge di Stabilità che ha destabilizzato i conti. Una Provincia virtuosa come quella di Piacenza che poteva contare su 27 milioni di euro di risorse, oggi di questi 15 milioni 500 mila vanno allo Stato, e in cassa ne rimangono poco meno di 11 milioni 550 mila. Solo le spese del personale ammontano a 12 milioni 300 mila euro. Come razionalizzare? Oltre all’estinzione del fondo residuo per 1 milione 300 mila euro, 55 dipendenti di cui 7 dirigenti andranno in prepensionamento, ottenendo così un risparmio di un milione di euro per il 2015, 2 milioni per il 2016 e 2 milioni 300 mila euro per il 2017. Una provincia diversa, insomma, che “però – ha sottolineato la Vicepresidente Patrizia Calza nel corso della conferenza stampa natalizia – non ha rinunciato a svolgere quel ruolo che la legge ci ha imposto. Siamo qui per essere al servizio dei nostri colleghi e del territorio. La provincia cambia non e’ più come prima, e’ al servizio degli enti locali e dei sindaci. Quelle che sono le difficoltà degli alti altri sindaci sono anche le nostre” e qui la stoccata verso i colleghi sindaci “mi pare che al momento questo messaggio non sia passato. Ci vuole più collaborazione altrimenti le soluzioni ai problemi non si trovano”.

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PROVINCIA OCCUPATA, SCATTA LA SOLIDARIETA’ TRA DIPENDENTI

“Meno controlli, più abusi, più interessi privati, uguale distruzione del servizio pubblico” e ancora ” più tagli, meno servizi, più palle uguale Renzi”. Dovunque si volgesse lo sguardo si vedevano cartelli così, pensieri diventati manifesti. I dipendenti della Provincia, la provincia l’hanno occupata. Proprio come succede nel privato, quando c’è aria di tagli, perchè è questo che sta accadendo. I dipendenti pubblici rischiano il posto di lavoro, quelli salvati dalla sicurezza di un’assunzione non sanno quali servizi resteranno in capo all’ente o se verranno delocalizzati. L’incertezza regna sovrana, ma i numeri, quelli, sono certi. Su poco più di 300 dipendenti impiegati nell’ente di via Garibaldi, la Legge di Stabilità impone il tagli di 161 unità, che a livello nazionale diventano 20mila.

Una situazione ancora più nera per i 6 lavoratori del settore agricoltura e per i 24 del centro per l’impiego contrattualizzati da agenzie interinali o cooperative. Alcuni di loro sono dipendenti precari della provincia da 16 anni e non sono mai stati stabilizzati. A loro non è stata concessa l’autorizzazione per partecipare all’occupazione. Il loro ultimo giorno di lavora sarà il 29 gennaio 2015.

comunicato Rifondazione Comunista: TAGLIO DELLE PROVINCE E LICENZIAMENTI, IL DIFETTO STA NEL MANICO.

Nella passerella degli esponenti del PD locale (il segretario Molinari e l’on. Bergonzi) alla manifestazione sindacale di questa mattina in risposta alla drammatica situazione occupazionale e di taglio dei servizi delle province derivante dalla Legge di Stabilità del governo Renzi, gli stessi hanno sparse lacrime di coccodrillo e ipocrisie come se il consiglio dei ministri e il suo presidente venissero da Marte e non rappresentassero invece la maggioranza al potere in questo paese. Molinari e Bergonzi, coadiuvati dalla vice presidente dell’amm.ne prov.le Calza, hanno invocato un’applicazione più dilazionata nel tempo delle misure previste dalla legge Del Rio ed attuate con la legge di stabilità in discussione in queste ore. La realtà è che il disegno di riordino istituzionale che ha trasformato le province in enti di secondo livello ha come filosofia portante quella della loro completa abolizione, del licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori in esse attualmente occupati, del taglio – e quindi di una loro privatizzazione – dei servizi erogati in particolare per ciò che concerne agricoltura, formazione e avviamento al lavoro. Questa prospettiva, peraltro, è denunciata dall’ottobre 2014 in un documento dell’Unione Province Italiane che indica nel 2017 la data in cui a causa del taglio dei finanziamenti da parte del governo ci saranno risorse economiche pari a 0 (zero) per dare ai cittadini quanto sino ad oggi avuto: sgombero neve, manutenzione delle scuole, manutenzione delle strade, controlli ambientali, protezione civile. Rifondazione Comunista, nel sostenere l’immediato reintegro dei “precari” licenziati, condivide quanto la CGIL ha messo al centro del recente sciopero generale e quanto sta facendo il sindacalismo di base perchè questa manovra economica venga respinta e si sviluppi nel paese la più ampia mobilitazione a difesa dei lavoratori pubblici, della democrazia e dei diritti. Sfida i parlamentari piacentini ad uscire dalla loro tortuosa ambiguità e ad assumersi la responsabilità di un voto contrario in parlamento se le loro scelte dovessero produrre licenziamenti e taglio dell’operatività dell’ente.

il segretario prov.le del P.R.C.
David Santi

Nel servizio, la voce dei dipendenti 

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TRASPORTO PUBBLICO, UN PESO SULLE SPALLE DEI SINDACI

I comuni dovranno far fronte, economicamente parlando, laddove non arriva più la Provincia. Accade così che il trasporto pubblico locale diventi un problema, e anche gravoso. Gravoso, ancora una volta dal punto di vista economico, nel senso che i singoli comuni dovranno sborsare cifre ingenti per mantenere il servizio adeguato. La nuova provincia, declassata al secondo livello, non è più in grado di stanziare risorse per il trasporto pubblico. Dall’altra parte c’è la contingenza, cioè la scadenza del contratto con Seta, il gestore a cui Tempi ha affidato il trasporto pubblico locale, al 31 dicembre 2014. La domanda è: come coprire quel milione 600 mila euro che fino ad oggi erano versati dagli enti proprietari di Tempi, ovvero Comune di Piacenza al 40 per cento e provincia al 60? La nuova amministrazione provinciale ha pianificato in una tabella i contributi che ogni singolo comune dovrà versare sulla base di tre criteri: fascia livello di servizio, densità abitativa, popolazione residente. Così risulta che il comune capoluogo dovrà versare una somma pari a quasi 650 mila euro; Fiorenzuola 91mila 900, Castel San Giovanni 82 mila 500; Rottofreno 71 mila 200; Podenzano 54 mila 400, solo per citare le cifre più esose. La gran parte dei primi cittadini, anche questa volta, non ci sta, e invita a delocalizzare la partita alle regioni, come il sindaco di Cortemaggiore Gabriele Girometta. D’accordo invece, con la proposta della provincia, il sindaco di Cerignale Massimo Castelli da poco responsabile Anci dei piccoli comuni al di sotto dei 5mila abitanti, che rilancia con alcune proposte, come razionalizzare laddove ci sono sprechi e la richiesta di contributo da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

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