Un mese fa mezza provincia era alle prese con il fango e la melma dell’alluvione. Maniche rimboccate, schiena dritta, abitanti e volontari al lavoro per riportare alla normalità tutto ciò che la piena ha travolto con la sua furia. Il fango non è più sulle strade è vero, ma c’è ancora tanto da fare. In Val d’Aveto ci sono ancora strade bloccate, Farini è ancora in ginocchio anche se la reazione degli abitanti è stata esemplare. Il Governo ha dichiarato lo stato emergenza stanziando 10 milioni di euro, la Regione ne ha messi a disposizione 5, altri 9,5 arrivano dallo sblocco del Patto di Stabilità dei comuni. Ma il bilancio di quello che è accaduto pesa come un macigno: due morti, un disperso, danni per 72 milioni di euro, oltre 200 aziende gravemente danneggiate, strade ancora impercorribili, ponti crollati come quello di Baberino. La strada di Recesio, crollata per la forza devastante del Nure, oggi è un cantiere; il torrente quasi non si vede, è stato spostato verso il monte per permettere alle ruspe di lavorare alla ricostruzione. Ma quello che preoccupa di più i cittadini è sapere se e quando verranno risarciti dai danni subiti. I fondi messi a disposizione da Stato e Regione saranno destinati, per lo più, alla ricostruzione degli argini. In questa fase post emergenza, la politica svolge un ruolo fondamentale, la ricostruzione dipende, in gran parte, dalle scelte che il sistema paese, e in più in piccolo le amministrazioni, decideranno di adottare.
MAINARDI: “LA CURA DEL TERRITORIO IN MONTAGNA NON ESISTE”
Ruspe al lavoro impegnate a riempire il vuoto che la violenza del Nure ha portato via in poche ore. Questa è la situazione che si presenta oggi sulla strada provinciale di Recesio. I lavori, secondo il cronoprogramma della Provincia, dovrebbero terminare entro il mese di ottobre. Un intervento particolarmente necessario perchè, ad oggi, la ex provinciale di Recesio non è in grado di sopportare per lunghi periodi carichi di peso eccessivi. Quello che si vede oggi è un grande cantiere, in cui il torrente è stato spostato dalla parte del monte, così come a Ponte dell’Olio, per permettere di proseguire i lavori. Certo balzano all’occhio le piante, i sassi e i detriti che l’acqua ha travolto. “La base della sicurezza è la pulizia dei corsi d’acqua – ci ha detto Alessandro Mainardi consigliere comunale di Ferriere – anche perchè in poche ore da un rigagnolo si può arrivare ad un vera e propria bomba d’acqua che distrugge ogni cosa”. La pulizia dei corsi d’acqua sembra una delle principali vie per garantire la sicurezza, perchè emergenze come quelle del 14 settembre, ritornano sempre più frequentemente a distanza ravvicinata. Ne sono un esempio l’alluvione di un intero quartiere a Parma un anno fa, l’alluvione in Costa Azzurra dello scorso week end e in Sardegna.
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ALLUVIONE, BONACCINI: “IL PREMIER RENZI PRESTO NEI LUOGHI DEL DISASTRO”
Entro la fine della settimana dovrebbe arrivare sui luoghi più dall’alluvione il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Lo ha annunciato il presidente della Regione Stefano Bonaccini nel corso dell’incontro che si è svolto di prima mattina in Provincia. La richiesta verrà avanzata proprio oggi a Milano Expo dove è atteso il Premier al quale parteciperà anche il presidente della Regione Emilia Romagna. La situazione è molto grave, l’alta val Nure e Trebbia sono state spazzate via da una piena mai vissuta prima a memoria d’uomo. Il presidente della Provincia Francesco Rolleri ha assicurato che la situazione verrà riportata alla normalità nel minor tempo possibile, almeno per quanto riguarda il ripristino delle condizioni di sicurezza sulle strade principali (al momento molte frazioni sono ancora isolate) e delle reti telematiche, Bettola, Farini, Ferriere e Coli sono isolate anche dal punti di vista della comunicazioni. Lo step successivo sarà la conta dei danni e la prevenzione con un’analisi dettagliata del territorio. Il Presidente Bonaccini ha confermato lo stanziamento di 2 milioni di euro per far fronte all’emergenza e di 200 milioni che la Regione aveva messo a bilancio per tutta la Regione. Al presidente Renzi verrà chiesto di proclamare lo stato di calamità naturale. Intanto i sindaci dei comuni più colpiti stanno iniziando la conta dei danni: Bettola è uno dei centri più pesantemente colpiti dalla piena del Nure. La strada provinciale di Recesio è stata letteralmente spezzata dalla forza dell’acqua, ora per arrivare in paese l’unica via è la vecchia strada provinciale che i tecnici della provincia stanno monitorando attentamente perchè dovrà sopportare un traffico pesante di camion e pullman del tutto eccezionale. Il sindaco Busca è molto preoccupato per le infrastrutture completamente distrutte sui cui l’amministrazione aveva puntato negli ultimi anni per far vivere il paese: dal campo giochi per i bambini inaugurato un anno fa, al campo da calcio, fino ai campi da tennis nuovi di zecca inaugurati due mesi fa che oggi non esistono più. Nulla di tutto questo esiste più. I tecnici della Provincia stanno valutando la condizioni dei ponti per verificare la loro transitabilità e in giornata sono attesi i tecnici della Protezione Civile nazionale per la verifica delle condizioni delle infrastrutture, gli stessi che si pronunceranno sulle stato di calamità naturale.