LEGAMBIENTE: “LA MAGISTRATURA HA PERSO UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE”

Registriamo con estrema amarezza l’Ordinanza emessa oggi dal tribunale di Piacenza con la quale ha accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi avverso alla Ordinanza ex art. 700 c.p.c. assunta in data 29/09/2024 dal giudice Fazio.
La profonda amarezza non è esclusivamente legata all’esito della causa ma soprattutto alle motivazioni, almeno da una prima lettura, che hanno portato il collegio ad accogliere il reclamo.

Ci pare in primis, da una prima veloce lettura che approfondiremo, che con questa pronunzia la Magistratura, almeno una parte di essa, abbia perso una occasione importante per sostenere gli obbiettivi della difesa dell’ambiente e quindi dei cittadini, rendendo finalmente efficace la modifica dell’articolo 9 della Costituzione.
Ci appare evidente che l’interpretazione assunta dal Tribunale circa l’oggettività del danno derivante dal taglio delle piante sia identificata solo con la dimostrazione quantitativa puntuale e materiale dello stesso; in sostanza si richiederebbe di dimostrare di quanti gradi aumenterebbe la superficie della piazza senza gli alberi, di quanti effetti l’aumento della temperatura produrrebbe alla salute, ecc. al fine di giudicare “irrimediabile” leffetto dell’intervento. In tal modo eludendo di fatto i chiari orientamenti e le raccomandazioni scientifiche consolidate a livello nazionale e internazionale.

La considerazione che le ragioni dei ricorrenti potessero essere validate solo attraverso la dimostrazione “quantitativa” e scientifica dei gradi in più producibili con il taglio delle piante e dei danni osservabili sulla salute dei cittadini, al di la del contraddire totalmente l’impianto innovativo logico e giuridico dell’ordinanza del giudice Fazio, relega il principio di precauzione ad un puro esercizio teorico e sostanzialmente inefficace ai fini della tutela della salute dei cittadini.
Ci dispiace ma non possiamo concordare con tale interpretazione, che purtroppo rivela quanto ancora parte della cultura giuridica, oltre che quella politica, sul rispetto dell’ambiente sia rimasta insensibile e arretrata.

La precauzione così come la prevenzione, a nostro modesto parere, deve agire non solo dove il danno è certo, ma anche possibile e/o probabile ed intervenire evitando che tali danni e/o anche soli rischi possano manifestarsi.
Ci pare che così non stia accadendo a Piacenza in generale e in Piazza Cittadella in particolare. Ancora una volta la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, resta un corollario rispetto alla tutela degli interessi economici, se pur legittimi, dei privati.

Fa davvero soffrire immaginare l’abbattimento delle 15 piante monumentali ma ancor di più farà male l’impatto sanitario e psicologico sui cittadini di questa pronunzia e della scelta del Comune di costituirsi contro i propri stessi cittadini; anche quello non sarà misurabile ma certamente molto grave.

ALBERI CITTADELLA: IL TRIBUNALE RIBALTA L’ORDINANZA E REVOCA LO STOP AL TAGLIO

Il prudente ottimismo degli avvocati Fantigrossi e Tagliaferri è stato mal riposto: il Collegio del tribunale di Piacenza, presieduto dal giudice Stefano Brusati, ha accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi e dal Comune contro il taglio dei 15 alberi in piazza Cittadella. In sostanza il cantiere può proseguire e viene revocato lo stop all’abbattimento delle alberature.

Il Collegio dei tre giudici ha di fatto ribaltato la precedente ordinanza del giudice Antonino Fazio che, in 60 pagine di motivazione, aveva concesso lo stop al taglio dei tigli di piazza Cittadella presidiati dal 24 agosto da cittadini e ambientalisti.

Nelle scorse settimane anche il Comune si era costituito presso il Tribunale a favore del reclamo presentato da Piacenza Parcheggi, con l’intento di proseguire con il cantiere per la realizzazione del parcheggi interrato.

Anche nelle ultime settimane il cantiere in Cittadella è comunque proseguito con l’abbattimento della vecchia auto stazione, le piante invece erano state riparate e protetta come recitava l’ordinanza del giudice Fazio.

ALBERI DI CITTADELLA IN TRIBUNALE PER IL RECLAMO, LEGAMBIENTE: “PRUDENTEMENTE OTTIMISTI”

I legali di Legambiente e dei cittadini che hanno presentato il ricorso contro l’abbattimento delle piante in Cittadella, si dicono prudentemente ottimisti, anche al termine della seconda udienza, davanti ai giudici collegiali, nel corso della quale Piacenza Parcheggi ha esposto il reclamo contro la prima ordinanza, quella del giudice Fazio, e Legambiente ha nuovamente ribadito la propria posizione.

Un’ora e mezza circa, al termine i giudici si sono riservati il tempo per emettere la sentenza, che dovrebbe arrivare tra un paio di giorni, comunque entro le settimana. Tre i possibili scenari: la conferma dell’ordinanza del giudice Antonino Fazio che salverebbe i 15 alberi; l’accoglimento del reclamo di Piacenza Parcheggi, dunque l’abbattimento delle alberature, oppure una terza ipotesi che potrebbe riguardare il difetto di giurisdizione del giudice di piacenza, affermando la competenza del Tar di Parma.

Il danno per gli abitanti di piazza cittadella e dei piacentini sarebbe molto significativo qualora gli alberi venissero abbattuti, sia per una ragione ambientale sia monumentale, è la posizione degli avvocati Fantigrossi e Tagliaferri; dall’altra invece viene denunciata l’impossibilità di mantenere le alberature per costruire il parcheggio interrato, così come l’impossibilità di considerare una modifica del progetto.

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PIAZZA CITTADELLA: IL COMUNE SI COSTITUISCE A SOSTEGNO DEL RECLAMO DI PIACENZA PARCHEGGI

Anche l’Amministrazione comunale si costituirà di fronte al Tribunale di Piacenza, a sostegno del reclamo depositato il 9 ottobre dalla società Piacenza Parcheggi contro l’ordinanza emessa il 24 settembre scorso, con cui si sancisce il divieto di procedere al taglio degli alberi in piazza Cittadella nell’ambito del progetto di riqualificazione e realizzazione del parcheggio interrato.
La decisione è stata formalizzata oggi dalla Giunta con una delibera che fa riferimento anche alle motivazioni del provvedimento giudiziario, in cui “sono obiettivamente presenti valutazioni e considerazioni, anche di carattere tecnico-amministrativo, che sembrano esondare nel merito amministrativo riservato alla competenza comunale o di altre amministrazioni al ramo tecnico ambientale competente” e “che appaiono, peraltro, fondate su presupposti errati o tali da mettere in discussione la correttezza delle procedure amministrative poste in essere nel corso del tempo”.

Oltre agli effetti amministrativi, in materia di edilizia e urbanistica, che l’ordinanza del Tribunale potrà avere sulle scelte dell’Ente, la decisione dell’Amministrazione deriva anche dalle valutazioni esposte da Piacenza Parcheggi. Il concessionario dell’opera ha infatti evidenziato nel reclamo l’impossibilità, qualora il provvedimento cautelare del Tribunale venisse confermato, di procedere alla realizzazione del parcheggio – oggetto del contratto di costruzione e cessione – così come previsto dal progetto approvato, a seguito delle procedure ad evidenza pubblica già concluse.

Come riportato anche nella delibera odierna della Giunta comunale, Piacenza Parcheggi stima che i costi per portare comunque a compimento la costruzione del silos interrato diventerebbero “eccessivamente onerosi per mantenere l’equilibrio economico-finanziario” dell’opera. Di qui il rischio di possibili conseguenze di grave impatto sul bilancio pluriennale del Comune e di una paralisi dell’azione amministrativa.

Per l’intervento ad adiuvandum, in linea con l’articolo 105 del Codice di Procedura Civile, l’Amministrazione ha affidato mandato al professor Giuseppe Caia, legale del Foro di Bologna e all’avvocato Emilia Bridelli, coordinatrice dell’Avvocatura comunale, per un importo di 11.579,04 euro comprensivi di tutti gli oneri. La complessità della materia dal punto di vista tecnico e giuridico, unitamente ai richiami nell’ordinanza del Tribunale alla normativa costituzionale, internazionale ed europea, così come il profilo interdisciplinare tra i diversi settori giuridici in causa, ha reso infatti necessario l’affiancamento di un legale esterno, di comprovata esperienza e specializzazione nelle tematiche oggetto del contenzioso.