DE PASCALE PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA: “HANNO VINTO VALORI, ORGOGLIO E FIDUCIA”

Si dice riconoscente a tutte le forze della coalizione che gli hanno permesso di diventare il nuovo presidente della regione Emilia Romagna con un risultato netto: 55%. Michele De Pascale ha dichiarato di aver vinto per il messaggio chiaro che è passato. Tre elementi: “valori, orgoglio e fiducia con una politica onesta e mai arrogante” ha detto De Pascale che si detto, nonostante il risultato “preoccupato per la scarsa affluenza alle urne”.

La prima cosa che farà da neo governatore della regione sarà incontrare la Presidente del Consiglio Meloni per lavorare insieme ad “un cambio di passo sulle politiche per il dissesto idrogeologico. Basta speculazioni – ha detto De Pascale – occorre una nuova collaborazione, a partire dal commissario per la ricostruzione a fronte di quanto accaduto in Romagna nell’ultimo anno e mezzo”.

ORDINI DEI MEDICI REGIONALI: “MANCANO I PRESIDI DI PROTEZIONE PER I NOSTRI MEDICI, LA REGIONE NON MINIMIZZI IL PROBLEMA”

I medici dell’Emilia Romagna scrivono all’assessore Donini, preoccupati per l’evolversi della pandemia Coronavirus e per il numero sempre crescente di operatori sanitari contagiati nella nostra Regione. A oggi agli ordini regionali dei medici non è stato comunicato da parte della regione e dell’assessorato alla Sanità il numero dei medici contagiati o posti in quarantena, né è stato comunicato il numero degli altri operatori sanitari infettati in occasione di lavoro.

“Per motivi che a noi sfuggono – si legge nella lettera invita all’assessore – sembra ci sia una “logica” di minimizzare il problema, quando invece il problema c’è ed è molto sentito da parte di chi è in prima linea contro il coronavirus. Il personale medico e sanitario in generale sta dando una grande prova di professionalità, che va oltre il
dettato deontologico, con spirito di abnegazione e sacrificio. Sacrificio che non deve però arrivare all’eroismo o peggio ancora al rischio per la propria integrità psico-
fisica”.

Ciò che viene lamentato dai medici è la carenza di misure di prevenzione/protezione della salute degli operatori sanitari, fondamentale per poter svolgere il sicurezza il lavoro in corsia. “Infatti, l’adeguata applicazione di tali misure può limitare la trasmissione e la circolazione del coronavirus permettendo quindi di mantenere i servizi sanitari “efficienti”, anche in situazioni di emergenza.
Ad oggi abbiamo notizie, ma i dati ufficiali li attendiamo dal competente assessorato alla Sanità, che molti operatori sanitari sono infettati o posti in quarantena, e questo impone una riflessione seria sul fatto che ci sia stato qualcosa che non ha funzionato nella protezione personale. E’ nostro dovere sottolineare che la buona organizzazione del lavoro, la chiarezza dei ruoli, il rispetto delle procedure, accompagnati da una corretta comunicazione, informazione e formazione, rappresentano misure
di prevenzione collettiva. Al singolo operatore sanitario che opera in situazioni che prevedono il contatto con casi sospetti o confermati di COVID 19, alle misure collettive deve essere affiancato l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale. Riteniamo illogico proteggere poco il personale sanitario esistente ed esperto e poi fare bandi di assunzione urgente di nuovo personale inesperto e da formare.

A confermare le richieste dei medici c’è anche l’INAIL che, in un documento, ritiene che il personale sanitario dovrà essere dotato di filtranti respiratori FFP2, protezione facciale/occhiali protettivi, camice impermeabile a maniche lunghe e guanti.

“Il Personale medico, ospedaliero, della medicina generale e dell’urgenza emergenza territoriale comprendendo tutti coloro che a vario titolo vi concorrono, in questa emergenza sanitaria ha un forte sovraccarico di lavoro e di stress e non deve preoccuparsi, sopra ogni limite accettabile, di rischiare di ammalarsi. In questa grave situazione bisogna fare di tutto per ridurre la probabilità di burn-out degli operatori”. Le prime avvisaglie sono di malessere e malumore tra i medici perché hanno la percezione di non essere adeguatamente protetti dalla infezione.

Tra le richieste che gli Ordini dei Medici-chirurghi e Odontoiatri della Emilia Romagna chiedono all’assessorato alla Sanità di comunicare ai medici, pediatri, il nominativo dei pazienti affetti da Covid 19 in modo da poter mettere in atto tutte le protezioni necessarie; dotazione dei dispositivi di protezione individuale adeguati; esecuzione dei tamponi a tutti i medici che sono venuti a contatto con pazienti positivi al virus; comunicare agli Ordini il numero dei medici contagiati o in quarantena.

ALLUVIONE, REGIONE: TEMPI DIMEZZATI PER PROGRAMMARE GLI INTERVENTI URGENTI

Nel post emergenza si lavora, un lavoro di squadra che sta portando a risultati concreti. Il primo la riapertura della strada provinciale di Recesio dopo 40 giorni dall’alluvione. Una riapertura al traffico senza enfasi, non sarebbe il caso, in quel tratto dove la strada è crollata su stessa, hanno perso la vita tre persone, di cui uno resta ancora disperso. Intanto Regione e Provincia stanno lavorando, come hanno definito gli amministratori “di squadra”, per risultati concreti. Il presidenre Stefano Bonaccini ha annunciato che in tutto la regione arriverà a stanziare circa 20 milionidi euro, una parte di questi, non ancora quantificati, destinati al risarcimento dei privati. Ad oggi di già stanziati risultano 5 milioni dalla Regione diventati 7 per 66 cantieri operativi in tutto il territorio. 10 milioni dal governo per quali si sta studiando un piano di programmazione, ordinanza 292, che dovrebbe essere pronta in tempi dimezzati. Primo punto delle priorità le opere a difesa del fiume e di pulizia. Per questo nel bilancio 2016 della regione sono compresi 2 milioni di euro per non gravare sui 10 messi a disposizione del Governo.

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ALLUVIONE, DALLA REGIONE LA PRIMA STIMA DEI DANNI: 88 MILIONI DI EURO

La Regione ha fatto la conta dei danni provocati dall’alluvione: 88,7 milioni di euro, una prima stima, destinata, probabilmente a crescere. Il presidente Stefano Bonaccini ha inviato al premier Renzi la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale per le province di Parma e Piacenza. La richiesta, formulata d’intesa con i presidenti delle Province e sentiti i Prefetti, riguarda l’assegnazione di adeguati mezzi e poteri straordinari per effettuare con urgenza i necessari interventi e ripristinare le normali condizioni di vita nelle province interessate. Il presidente Bonaccini ha presentato una prima stima delle spese urgenti – sulla base della ricognizione fatta dall’Agenzia regionale di Protezione civile col supporto degli Enti locali – che ammonta a 88.736.000 euro per la prima assistenza alla popolazione, il ripristino dei servizi essenziali e per interventi di somma urgenza (sulla viabilità e strutture strategiche), nonché per interventi  urgenti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei fiumi, in particolare in corrispondenza dei centri abitati, dei ponti e delle strade danneggiati. Riguardo al concorso finanziario urgente della Regione,  vanno segnalati inoltre un  milione e 500 mila euro per interventi già avviati dai servizi tecnici di bacino e circa un milione di euro di assegnazioni urgenti agli enti locali (nell’ambito dei 5 milioni di euro che la Giunta regionale ha già messo a disposizione dei territori colpiti dall’evento).Nella lettera di richiesta, Bonaccini ha ripercorso le principali criticità verificatesi durante i giorni più difficili dell’emergenza per la popolazione e le infrastrutture pubbliche e private. Il bilancio accertato è di due vittime e di un disperso. Sono rimaste isolate oltre 80 frazioni a causa dell’interruzione viaria e sono state sfollate oltre 100 persone. Si sono inoltre verificati allagamenti diffusi nei centri urbani dei fondovalle e nella città di Piacenza e, in alcuni casi fra cui i comuni di Farini e Ferriere, alcune abitazioni sono state interamente distrutte mentre risultano fortemente danneggiate la sede del Comune di Farini e la caserma dei Carabinieri. Si è registrata anche una diffusa interruzione dei servizi essenziali (elettricità, gas, acqua: oltre 4000 utenze disalimentate) e ancora in parte in fase di ripristino. Inoltre sono state interrotte strade comunali per oltre 200 km e strade provinciali per circa 340 km.

Intanto proseguono le donazione e le raccolte fondi: la Provincia di Piacenza conferma l’apertura di un conto corrente dedicato in accordo con le organizzazioni sindacali e le categorie economiche. Il conto è aperto presso Cariparma Credit Agricole con Iban: IT82H0623012601000031855130. Nella causale specificare Contributo alluvione 2015. L’associazione Piacenza Music Pride, insieme ad Unione Commercianti, Camera di Commercio, Confesercenti ed associazione Vita in Centro a Piacenza, sta organizzando un concerto il cui ricavato andrà a favore degli alluvionati. A giorno verranno resi noti i dettagli dell’iniziativa.

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