La risposta ufficiale della Sovrintendenza in merito ai reperti di Palazzo ex Enel è chiara: il progetto attuale di demolizione della struttura non è mai stato portato a conoscenza delle Belle Arti. Sconvolgente? Eclatante? Eppure è così. Il soprintendente Minoja non è mai stato a conoscenza dell’attuale progetto. L’unico è quello che risale al febbraio del 2009 che prevedeva la scopertura e la valorizzazione dei reperti che si trovavano (e si trovano tutt’ora) sotto una soletta di cemento. Poi la proprietà decise di fermarsi al primo piano seminterrato e tutto rimase come è oggi. Questa risposta però oggi ribalta decisamente le carte in tavola, nel senso che le associazioni firmatarie della petizione (tra cui il gruppo di ricerca Piacenza Romana e Archistorica) chiedono a gran voce una correzione. “Non entriamo nel merito del progetto – ha detto l’architetto Manrico Bissi presidente del gruppo di ricerca – ma una correzione rispetto a quello che sta avvenendo oggi, credo sia più che dovuto. Chiediamo che venga adottato un atteggiamento diverso da parte delle istituzioni, ditta esecutrice e progettista, modificato in base al parere della Sovrintendenza. Intanto – prosegue – credo si dovrebbe chiedere scusa alla città e fare un passo indietro. La situazione ci sembra risolvibile rendendo visibili i reperti che oggi sono incapsulati sotto una soletta di cemento armato. L’idea sarebbe quella di romperla in alcuni punti – spiega – e perimetrarli in modo da poterli vedere attraverso un parapetto che non prevede una accessibilità”.
PALAZZO EX ENEL, A BREVE LA RISPOSTA DELLA SOVRINTENDENZA ALLA PETIZIONE
Si entra nel vivo con i lavori di demolizione di Palazzo Ex Enel. Stamattina ha preso il via la seconda fase dell’intervento concentrato su viale Risorgimento e via X Giugno. Quello che l’impresa sta seguendo è il cronoprogramma presentato nell’incontro pubblico in Sant’Ilario con la fine dei lavori di demolizione prevista per il 15 settembre con l’avvio dell’anno scolastico. Un intervento che ha visto opporsi varie associazioni culturali, il Fai, Italia Nostra, il gruppo di ricerca Piacenza Romana in merito alla mancata valorizzazione dei reperti archeologici presenti nel sottosuolo. Per questo hanno presentato una petizione indirizzata proprio alla Sovrintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna che, in queste ore, è in procinto di elaborare una risposta ufficiale in merito alle sollecitazioni presentate dalle associazioni. Ma a quando risale l’ultimo pronunciamento della Sovrintendenza? Nel 1981, data in cui venne costruito palazzo ex Enel, l’ente decise di “incapsulare” i reperti. In una seconda fase quando la proprietà decise la realizzazione di un nuovo immobile la Sovrintendenza chiese di presentare un progetto per il recupero dei reperti per valutare cosa fare. Il progetto però non venne mai presentato, perchè la proprietà decise di realizzare solo un piano interrato e non due. L’ipotesi progettuale quindi tramontò. Ora la discussione si è riaccesa ma “l’intervento – ha detto l’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti – è in fase molto avanzata. Il consiglio comunale ha approvato, non senza difficoltà il progetto nel 2010, sarebbe stato opportuno che la discussione fosse sollevata allora”. Dopo la demolizione nell’area sorgeranno una quarantina di appartamenti, due palestre, uno sportello bancario e uffici polifunzionali del Comune. La parola definitiva ora è della Sovrintendenza.