Federico Serra, candidato alla presidenza della regione con la lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” ha fatto tappa a Piacenza, alla coop Infrangibile. La sua candidatura è sostenuta da Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo. “Noi portiamo al centro temi dirimenti – ha detto – che il partito, ambiente, logistica, pace, rispetto ad un partito unico che va in un’unica direzione”. Ad accoglierlo, oltre ai sostenitori, anche la candidata piacentina Michela De Nittis.
RIFONDAZIONE: “IL PREVALERE DEL PD CI HA PORTATO FUORI DA ALTERNATIVA PER PIACENZA”
Il problema è il Partito Democratico. Senza usare troppo giri di parole, Rifondazione Comunista accusa l’area dem di aver portato troppo al centro tutto i buoni propositi con cui Alternativa per Piacenza si stava per presentare agli elettori in vista delle prossime comunali.
Troppa moderazione, alcuni temi difficili da affrontare, insomma un’azionista di maggioranza il PD che, in quanto tale, avrebbe monopolizzato l’intero movimento. La decisione delle primarie, ora congelate in vista della plenaria del 5 gennaio, sarebbe solo la ciliegina sulla torta di una certa insofferenza mal sopportata da settimane.
LA SINISTRA DI PIACENZA CERCA L’UNITA’ IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE
Alternativi alla destra ma anche al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle. Su queste basi parte il percorso tra le forze della sinistra piacentina teso a ritrovare quella unità che da più parti sembra perduta. Un Laboratorio politico, così l’hanno definito i protagonisti di questa nuova avventura che raggruppa comitato locale. L’obiettivo hanno spiegato i rappresentanti delle forze politiche coinvolte è far nascere una sinistra in grado di rappresentare l’universo del lavoro subordinato e autonomo, degli stati sociali, dei loro diritti e delle loro domande. Un tentativo di riunire la sinistra in vista del prossimo appuntamento elettorale quello delle comunali del 2017 con l’elaborazione di programmi e liste comuni per una proposta politica autonoma e in competizione con gli altri poli politici esistenti. L’intenzione è di presentare liste unitarie (sicuramente a Rottofreno e a Fiorenzuola) in contrapposizione al centro destra, al M5s e al centro sinistra. Nelle prossime settimane si terranno incontri e assemblee dedicate ai temi del lavoro, ambiente, per contrastare la liberalizzazione di servizi, a partire dalla fine di gennaio.
RIFONDAZIONE ALLA MAGGIORANZA: “L’INFANZIA NON SI APPALTA”
Non solo i sindacati, ma anche Rifondazione critica aspramente la manovra, approvata dalla maggioranza, per far quadrare i conti del bilancio 2015. In particolare l’ipotesi di ridurre dal 56 al 51% i posti di asili nodi pubblici gestiti direttamente dal Comune. “Una decisione davvero incomprensibile – si legge nella nota – a meno che si decida di smantellare un servizio pubblico che, fino ad oggi, è stato un modello per tante altre realtà. Un servizio, quello educativo, che da anni vede Piacenza eccellere nella cura e nella crescita dei propri bimbi, nella professionalità degli operatori, nella progettazione e realizzazione di interventi educativi all’avanguardia. Un servizio che naturalmente genera appetiti … E allora proprio per non lasciare margini di ambiguità – si legge – ricordiamo al Sindaco di Piacenza che la scuola e i servizi educativi devono essere liberi da condizionamenti e da regole meramente economiche, perché rappresentano un elemento fondante del sapere e del legame col territorio, che accompagna la persona nell’arco dell’intera vita. Ci rivolgiamo al sig. Sindaco perché almeno tenti la carta del cambiamento in meglio. In altre “poste di bilancio” troverà sicuramente le risorse per far quadrare i conti. A queste valutazioni, per noi sufficienti a fargli cambiare idea, aggiungiamo infine una domanda. Com’è che proprio Lei e la Sua maggioranza – poche settimane fa – avete sostenuto, mettendoci la faccia, che l’internalizzazione dell’area anziani dell’ASP Città di Piacenza (dalla gestione cooperativa) aveva come primario obiettivo il miglioramento del bilancio. Esattamente l’opposto di quanto oggi – con un ulteriore esternalizzazione di posti pubblici verso il sistema cooperativo – si propone di fare nell’ambito dei servizi educativi ?”
RIFONDAZIONE SU ASP: “SICURI CHE IL COMUNE VOGLIA PUBBLICIZZARE?”
Il tema Aps divide, prima di tutto la maggioranza di Palazzo Mercanti. La seduta di consiglio comunale di mercoledì e’ destinata a divrntare terreno fertile per uno scontro frontale tra le anime della maggioranza PD nonostante alcuni consiglieri stiano ultimando un emendamento nel quale di chiede un confronto con la Regione affinché avvenga il superamento della Asp in Asc, ovvero Azienda Servizi Comunali. Anche Rifondazione interviene nel merito raccogliendo in una nota molte domande e molti dubbi. “Sicuri che il comune voglia pubblicizzare?” è il titolo provocatorio. Prc pensa che la giunta non stia agenfo con chiarezza e che vi siano molte ambiguità rispetto alle effettive intenzioni. Un conto- spiega la nota- è parlare di titolarità dei servizi, un altro è la gestione degli stessi. La casa per anziani Vittorio Emanuele è già pubblica, quindi è inappropriato parlare di ripubblicizzazione.
Ecco la nota di Rifondazione:
Rifondazione Comunista pensa che, relativamente alla Casa Protetta “Vittorio Emanuele”, la Giunta comunale non stia agendo con la necessaria chiarezza e che vi siano ancora molte ambiguità rispetto alle effettive intenzioni di Palazzo Mercanti. Partiamo da questo punto: un conto è la titolarità dei servizi e un altro è la gestione degli stessi. Rispetto al primo aspetto, la Casa Protetta “Vittorio Emanuele” – poiché la sua “proprietaria” è l’Asp – era ed è pubblica. Era pubblica quando il Vittorio Emanuele era un ente a sé (attraverso la forma giuridica dell’Ipab, superata dalla Legge di riordino delle politiche socio-assistenziali del governo D’Alema), è pubblica oggi attraverso l’Asp, che ha unificato parte delle Ipab precedentemente esistenti grazie ad un’apposita legge regionale (mentre la già citata Legge Turco-Signorino spingeva nella direzione della trasformazione delle Ipab in Fondazioni, ovvero in soggetti privati). Quindi, sul piano della titolarità, è inappropriato parlare di ripubblicizzazione, poiché parliamo di servizi già pubblici: il passaggio della titolarità dei servizi dall’Asp a Comune – che è ciò che di fatto propone il Comune – non muta la natura dei servizi di cui stiamo parlando: pubblica era e pubblica rimane. Di certo, tra una titolarità pubblica esercitata direttamente dal Comune e una titolarità pubblica esercitata da un soggetto terzo come l’Asp, preferiamo la prima perché in questo modo a decidere direttamente su questa diventa chi è stato eletto dai cittadini, il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale, mentre nel secondo caso il Comune decide in forma più indiretta, attraverso un consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco, e attraverso un’azione di indirizzo e di controllo. Il tema però “nascosto”, in questa vicenda, è quello della gestione, che riguarda il come il soggetto titolare dei servizi sceglie di gestire questi ultimi. L’Asp ha scelto di gestire il Vittorio attraverso una soluzione pubblico-privato, ovvero il personale è in parte alle dipendenze dirette dell’Asp stessa – e quindi si tratta di dipendenti pubblici – e in parte è dipendente di cooperative – Coopelios e Aurora – che hanno vinto un appalto bandito dall’Asp stessa. E’ quindi il consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco di Piacenza, e che al Sindaco e al Comune di Piacenza dovrebbe rispondere, ad avere optato per l’attuale assetto gestionale. Se perciò ci sono stati errori gestionali, la responsabilità è anche soprattutto di chi governa l’Asp, che avrebbe dovuto individuare una modalità di gestione dei servizi efficace e vigilare sul lavoro svolto da chi ha vinto quel bando. Ci piacerebbe sapere che valutazione dà l’Amministrazione Comunale del consiglio di amministrazione dell’Asp: valutazione che fino ad adesso non abbiamo sentito. Ci piacerebbe sapere anche quali iniziative in questi mesi abbia assunto il consiglio di amministrazione dell’Asp – se erano già emerse inadeguatezze gestionali relative alla Casa Protetta – per migliorare la situazione. Detto questo, se il Comune si riapproppiasse della titolarità dei servizi legati alla Casa Protetta e optasse per una gestione del personale integralmente pubblica – ovvero tutte le lavoratrici e i lavoratori venissero assunti dal Comune, superando l’attuale assetto pubblico-privato – allora potremmo parlare di ripubblicizzazione del servizio, perché alla titolarità già pubblica si assocerebbe una gestione totalmente pubblica. Ma è questo ciò che l’Amministrazione Comunale vuole? Non ci pare, poiché a quanto pare il Comune vorrebbe trasferire la titolarità della Casa Protetta all’Asc – ovvero un ente pubblico, che al momento non esiste ma che il Comune sarebbe intenzionato a costituire, di gestione dei servizi sociali comunali – oppure ad una Fondazione, ovvero ad un soggetto di diritto privato. Ma se il Comune collocasse la gestione della Casa Protetta nell’Asc, come verrebbe poi gestita? Con quale personale? Dipendente da chi? Ci sarebbero altri bandi? Nel secondo caso, la Fondazione, andremmo addirittura ad una privatizzazione, sia sul fronte della titolarità che sul fronte gestionale. Il quadro non è certo chiaro, alle intenzioni dichiarate a voce dall’Amministrazione potrebbero corrispondere scelte sostanziali in direzioni piuttosto diverse. A maggior ragione se proseguono e verranno confermati i tagli del governo Renzi al welfare locale. Anche per questo, il Partito Democratico di Piacenza – più che prendersela con la legge istitutiva delle Asp – dovrebbe prendersela con il governo Renzi che – continuando i tagli dei predecessori – spinge per un coinvolgimento progressivo dei privati nella gestione delle politiche sociali. Ammesso ovviamente che voglia pubblicizzare sul serio, e non per finta.
SINISTRA PIACENTINA: “UN’ALTRA EUROPA E’ POSSIBILE CON TSIPRAS”
La Sinistra piacentina si riunisce intorno al successo di Tsipras. Rifondazione, Sel e Comunisti Italiani sono convinti che la vittoria di Syriza possa far cambiare rotta all’Europa rispondendo alle domande del popolo. “Tsipras ha deciso di ridistribuire la ricchezza al popolo – ha detto Roberto Montanari che insieme ai compagni di partito ha festeggiato in Piazza Cavalli la vittoria di Syriza – cominciando da due concreti provvedimenti: il blocco delle privatizzazioni dei porti greci e l’aumento del salario minimo”. “Anche a Piacenza studieremo il percorso di Tsipras – ha detto Stefania Sartori referente provinciale dell’Altra Europa – come sono riuscite a convivere per dieci anni le tredici realtà che compongono Syriza”. Tutto lascerebbe pensare alla creazione di un nuovo partito, invece no, almeno per il momento. “Dobbiamo ripartire dalla famiglie mono genitoriali, dal basso, dalle persone” ha esortato Giuseppe Mori di Sel. Quanto all’alleanza che Tsipras ha sancito con la destra? “Dentro Syriza si è creato un dibattito su chi e con chi allearsi – ha risposto Montanari – con nessuno dei partiti che a livello nazionale aveva sostenuto le politiche che hanno portato al massacro sociale. Si è scelto Anel, partito espressione della destra indipendente, un partito che ha deciso di scegliere misure anti liberiste condivise con Syriza”.
MONTANARI (PRC): “PD AUTOSUFFICIENTE DALL’ARROGANZA DEL POTERE”
Rifondazione passa dall’altra parte, dalla parte dell’opposizione. Ormai la frattura si è consumata, Rifondazione e partito democratico prenderanno ognuno la propria strada. Una rottura politica più che amministrativa, che si è tradotta nelle dimissioni del portacolori di Rifondazione in giunta, Luigi Rabuffi. Non c’è più convergenza sui quei temi che tre anni fa erano stati sottoscritti da entrambi; acqua pubblica, registro delle coppie di fatto, vincolo a verde della Pertite, servizi alla persona non privatizzati. questo quadro è mutato, oggi le condizioni sono cambiate, e soprattutto è cambiato il Pd. “Ci tengo a dire – spiega Roberto Montanari di Rifondazione – il ruolo positivo di mediazione del sindaco Dosi, nonostante questo abbiamo trovato porte chiuse da parte del Pd. In dieci anni di giunta Reggi ci siamo quasi a presi a pugni in faccia ma siamo sempre riusciti a trovare una sintesi anche nelle situazioni più difficili, oggi con questo Pd renzizzato non è più possibile. E’ diventato un partito autosufficiente dall’arroganza del potere”.
L’assessore Rabuffi lascerà l’incarico a fine mese, una scelta che viene incontro alla richiesta del sindaco dosi. Ma non dovrà essere un’agonia, ci tiene a precisare l’assessore dimissinario. C’è rammarico e delusione verso una decisione che è costata fatica ma premiata dalla coerenza che ha avuto fin dall’inizio, da quando cioè tra Rifondazione e Pd si viveva come da separati in casa.
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DIMISSIONI RABUFFI, UNA SCELTA POLITICA
“Il mio partito la legge in chiave politica, io da sindaco ne colgo più gli aspetti concreti e amministrativi”. E’ il pensiero del primo cittadino che riassume la vicenda legata al caso dell’uscita di Rifondazione della maggioranza e delle conseguenti dimissioni dell’assessore Luigi Rabuffi che rimarrà al suo posto fino alla fine dell’anno. Una scelta concordata tra sindaco e assessore per dare la possibilità al secondo di terminare alcune attività che sono in corso e al primo di trovare un nuovo assessore all’ambiente. Una scelta che forse gli amministratori dovranno spiegare agli elettori che tre anni fa avevano votato per la coalizione Sinistra per Piacenza, che oggi, di fatto, non esiste più. “E’ una storia che abbiamo vissuto anche con il Reggi bis; a metà mandato la maggioranza si sfilaccia, questa volta la novità è il passaggio di Rifondazione. Ho sempre cercato di distinguere l’azione amministrativa da quella politica, privilegiando da sindaco la competenza amministrativa, ma che questi due aspetti sono in forte connessione”. Fin dall’inizio Dosi è detto disponibilissimo a ricucire lo strappo con Rifondazione, ma qualcosa è andato storto. I nodi stano arrivando al pettine, e sui temi, un tempo condivisi tra Pd e PRC, come acqua pubblica, Pertite, servizi alla persona, non c’è più una convergenza di vedute. “I tempi sono cambiati – ha detto Dosi – oggi ci troviamo ad affrontare temi completamente nuovi e a rapportarci con soggetti nuovi”. I nodi e le divergenza, insomma, vengono al pettine. I tempi sono cambiati certo, la contingenza detta altre priorità, ma il sindaco ha sempre manifestato forte apprezzamento per l’operato di Rabuffi, portacolori di Rifondazione. In questo caso lo strappo è politico. “Io amministrativamente ho fatto il possibile per recuperare il rapporto, il partito in questo caso ha esercitato un ruolo più politico nel rapporto”ha concluso il sindaco.
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RABUFFI:”LA POLITICA E’ LA VERA SCONFITTA”
“Mi prendo il diretto alla coerenza che oggi in politica pochi hanno”. A mente fredda ma con grande rammarico, Luigi Rabuffi commenta così le sue dimissioni. “Lo strappo tra la maggioranza e Rifondazione si è ufficialmente consumato e l’assessore Rabuffi ha fatto la sua scelta. L’aveva detto fin dall’inizio e la coerenza lo ha premiato. “In queste settimane ho agito come se tutto dovesse continuare, come se tutto fosse normale. Il sindaco mi ha chiesto un mese, tempo che io utilizzerò per organizzare il prossimo futuro con i miei collaboratori e con chi mi succederà”. Non sarà facile neppure per il primo cittadino che potrebbe trovarsi a dover sostituire ben due assessori; oltre Rabuffi anche Katia Tarasconi che potrebbe entrare in consiglio regionale come prima dei non eletti nel caso in cui Paola Gazzolo venisse confermata assessore. “La politica in questa partita esce sconfitta – si sfoga Rabuffi – al di là della mia delusione personale, mi sono chiesto dov’è finita la politica vera, quella che ottiene risultati con la mediazione – e affonda – adottando il renzismo allo stato puro mi chiedo come possiamo governare”. Parole che non lasciano molto spazio all’immaginazione; il PD forte dei numeri in consiglio comunale ha valutato che il sostegno di Rifondazione sarebbe stato ininfluente. Peccato però che il programma di governo sia stato firmato da tutte le forze della coalizione, Pd compreso. L’acqua pubblica, le coppie di fatto, la Pertite sono temi che al Partito Democratico non interessano più? La politica, ora, dovrà in qualche modo giustificarsi con gli elettori.
SEL SOSTIENE LA GIUNTA DOSI E L’ASSESSORE RABUFFI
L’assessore Luigi Rabuffi resta in attesa. In attesa trepidante di sapere cosa ne sarà del suo destino, di sapere se il cammino intrapreso con impegno e dedizione nel suo assessorato proseguirà o subirà uno stop. Tutto dipende dalla capacità di mediazione del sindaco Dosi e dalla posizione di Rifondazione Comunista e della coalizione Sinistra per Piacenza. “E’ un discorso politico che devono risolvere tra loro, spero al più presto – ci ha detto Rabuffi – entro la fine della settimana. Le elezioni sono passate, ora bisogna agire. Io ho un dovere verso chi mi ha eletto e verso di loro avrò massima coerenza. Sono molto contento degli attestati di stima ricevuti, ma devo rendere conto prima di tutto agli elettori che mi hanno votato, per questo se Sinistra per Piacenza uscirà dalla maggioranza, io farò un passo indietro”. Qualcosa, nelle ultime ore, sembra muoversi: SEL ha diffuso una nota in cui definisce positiva l’azione attuata fino ad ora dalla giunta Dosi, stigmatizzando le modalità della decisione di Rifondazione di uscire dalla maggioranza pur facendo parte della coalizione Sinistra per Piacenza. “Ancora una volta – si legge – Sel – disapprova la decisione del Partito della Rifondazione Comunista di ritenere concluso il ciclo politico per le motivazioni addotte nel comunicato del 15 novembre: totale chiusura e mancanza di disponibilità dell’Amministrazione; motivazioni non discusse insieme alla Lista “Sinistra” per Piacenza preventivamente che hanno determinato una forzatura politica attuata nelle immediate vicinanze di una tornata elettorale importante quale l’elezione del nuovo Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna e del suo Presidente“.
Di seguito la nota integrale di SEL
Sinistra Ecologia Libertà federazione di Piacenza ha riunito in assemblea i propri iscritti e la dirigenza provinciale per analizzare la situazione venutasi a creare con la presa di posizione del Partito della Rifondazione Comunista nei confronti dell’azione di governo dell’Amministrazione Comunale di Piacenza. Stigmatizzando le modalità della decisione del PRC, che, ricordiamo, agisce all’interno di un’alleanza politica che ha dato vita ad una lista a carattere unitario, non per niente denominata “Sinistra” per Piacenza, che alle elezioni comunali del 2012 ha sostenuto fattivamente il candidato sindaco Paolo Dosi contribuendo alla sua elezione a primo cittadino, gli organismi di Sinistra Ecologia Libertà hanno sottolineato l’azione positiva finora attuata dalla giunta Dosi. In particolare, le decisioni assunte in ambito ambientale, fra le quali ricordiamo la riqualificazione della sponda del Po; l’attenzione prestata alle tematiche giovanili e le iniziative a favore dello sviluppo dell’imprenditoria giovanile; la pervicace azione messa in atto a 360° per ottenere l’area della “Pertite” in proprietà comunale sono riprova della condotta positiva dell’Amministrazione. La capacità di ascolto si è esplicata anche nei confronti dei rappresentanti della lista “Sinistra” per Piacenza in occasione degli incontri avuti con il sindaco dove, effettivamente, sono stati sottolineati i punti programmatici, concordati già al momento della corsa per Primarie comunali nel 2011, non ancora attuati, fra i quali il rispetto delle risultanze del Referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011; l’azione a favore della costituzione del Parco della Pertite; la risoluzione della situazione area ex ACNA; la conclusione ciclo industriale dell’inceneritore; il registro unioni e la rappresentanza migranti. Sinistra Ecologia Libertà resta in attesa di risposta in merito a tutte le questioni che sono ancora in sospeso o in via di definizione, ed auspica che, al momento della presentazione del bilancio di metà mandato, il Sindaco e la Giunta esprimano considerazioni chiare ed esplicite che consentano di intraprendere insieme la strada che porterà a termine positivamente l’azione dell’Amministrazione tutta relativamente alle tematiche programmatiche sottolineate. Ancora una volta Sinistra Ecologia Libertà disapprova la decisione del Partito della Rifondazione Comunista di ritenere concluso il ciclo politico per le motivazioni addotte nel comunicato del 15 novembre: totale chiusura e mancanza di disponibilità dell’Amministrazione; motivazioni non discusse insieme alla Lista “Sinistra” per Piacenza preventivamente che hanno determinato una forzatura politica attuata nelle immediate vicinanze di una tornata elettorale importante quale l’elezione del nuovo Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna e del suo Presidente. SEL ribadisce il sostegno all’azione finora intrapresa dai suoi rappresentanti in Consiglio Comunale e in Giunta, in particolare il positivo lavoro svolto finora dall’assessore Luigi Rabuffi, sottolineato da più parti, anche dalla società civile, e l’azione di stimolo, sì critico ma anche lucido e centrato sui temi, del consigliere Pallavicini ed auspica il fattivo proseguimento del dialogo e del confronto fra le forze politiche del centrosinistra.