FRA TAGLI E POLEMICHE AL VIA IL NUOVO ANNO SCOLASTICO

Emozioni ma anche senso di responsabilità. Dai più piccoli delle scuole materne alle superiori. Il ritorno sui banchi è per tutti, dai ragazzi ai genitori, un giorno da ricordare, nonostante i tagli, le graduatorie infinite dei supplenti e le migliaia di docenti che aspettano di essere assunti ma che, oggi, un lavoro non ce l’hanno.

Venendo a casa nostra il sindaco Dosi e l’assessore Piroli, nella prima giornata di avvio dell’anno scolastico, hanno deciso di cominciare dai più piccoli con un saluto ai piccoli della materna Andersen di Pittolo e alla elementare De Amicis.

Ecco il messaggio di inizio anno del sindaco Dosi

Cari ragazzi, oggi per molti di voi è il primo giorno di scuola, per i più piccoli l’inizio di una nuova fase della vita, per gli altri la ripresa di un discorso interrotto soltanto qualche mese fa. E’ una giornata importante perché la scuola rappresenta ancora oggi, nonostante le critiche che questa istituzione subisce di giorno in giorno, un elemento fondante per la formazione dei giovani. La scuola è il luogo in cui si apprende, ci si scambiano esperienze e si socializza; all’insegna della coesione il percorso di partecipazione di tutti alla vita scolastica è un dato che dovrebbe essere scontato. Ma la scuola è soprattutto il luogo dell’apprendimento, in cui molti di voi costruiscono un pezzetto di futuro e di storia e in questo senso, parafrasando le parole di un intellettuale come Roberto Vecchioni, alla scuola chiederei innanzi tutto di insegnare che cosa è bello, di divulgare l’armonia, di spiegare il senso dei valori. Per quanto riguarda coloro che si apprestano a intraprendere un nuovo viaggio all’interno di questo mondo, sono certo che vi sia la possibilità di crescere e di conoscere nuove storie, un nuovo modi di intendere la vita, ma anche la possibilità di avere come riferimento insegnanti che hanno scelto di essere prima di tutto educatori. Per chi invece è avanti nei corsi di studio è necessaria la giusta applicazione, il desiderio, il bisogno di far proprie nozioni e metodi che possono garantire più cultura, più responsabilità e più conoscenze. Occorre evitare che nella scuola si viva come dentro una specie di capsula senza collegamento con il tempo presente. A proposito di conoscenze: la consapevolezza che oggi molti di voi abbiano moltissime sollecitazioni che provengono dall’esterno non significa trascurare gli insegnamenti che può e deve dare l’istituzione scolastica. E’ scritto nell’articolo 33 della Costituzione che l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” e la scuola ha questo compito favorire una cultura di libertà attraverso lo studio come elemento determinante per la qualità di vita e per una crescita culturale appropriata, perché senza scuola e senza formazione non si va da nessuna parte. E’ un giorno importante per tutti questo: per gli studenti, ma anche per gli insegnanti che quotidianamente hanno il compito non facile non solo di insegnare nozioni, ma anche e soprattutto contenuti di vita ai loro studenti; per i dirigenti scolastici perché la scuola è sempre più azienda e quindi la necessità di far quadrare bilanci senza tralasciare aspetti di carattere scientifico e formativo, rappresenta una responsabilità di fronte alla quale non è più possibile tirarsi indietro. Ma è anche una giornata importante per i genitori, perché nel corso degli studi dei loro figli abbiano a comprendere che solo una scuola sana e vissuta può racchiudere il segreto di un’educazione qualificata. Per questa ragione, sono convinto che tutti debbano fare il proprio dovere perché la comunità scolastica è espressione diretta di una comunità molto più ampia, nella quale ognuno si trova a vivere, a fare i conti con il presente e il futuro, a capire le difficoltà, i doveri e gli aspetti positivi del nostro Paese, un Paese in cui nulla è facile, è vero, ma dove la scuola non può e non deve perdere la propria centralità. L’augurio è che possiate vivere la scuola, non come obbligo, come prigione mentale, ma come anelito di libertà.

Paolo Dosi

 

 
 

SCUOLA: PRECARI IN ATTESA DELLA CHIAMATA, E’ CAOS

Metti quasi 600 insegnanti precari in attesa di conoscere la destinazione per l’anno scolastico che sta per cominciare. E’ quanto accaduto all’aula magna dell’Isii Marconi dove da stamattina sono state assegnate le supplenze delle scuole superiori, medie ed elementari. E non sono mancate code, intoppi e caos. Perchè? Perchè a differenza degli anni scorsi è stato ripristinato, su richiesta dei dirigenti scolastici, il sistema che permette al singolo insegnante di scegliere la cattedra che preferisce. Questo metodo, negli ultimi anni,era stato abolito e sostituito dalla chiamata telefonica della scuola alla quale bisognava dare una risposta affermativa o meno nel giro di poche ore. Stamattina ogni docente poteva scegliere la classe di concorso incrociando più graduatorie; se questo da una parte offre maggiori possibilità di scelta, dall’altra blocca temporaneamente le graduatorie stesse. L’altro grande paradosso è che a tre giorni dell’inizio della scuola, ci sono classi con un un solo insegnante. Per correre ai ripari i posti vacanti sono stati occupati dai supplenti scelti da graduatorie che non sono definitive. In pratica significa che tra una decina di giorni, sarà tutto da rifare.

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“PIANO EDUCATIVO” DEL GOVERNO, SINDACATI SCETTICI

Il “piano educativo” presentato dal premier Renzi con un messaggio on line, nel consueto stile sobrio ed essenziale, è stato accolto un pò freddamente dai sindacati. Nonostante nel suo messaggio di quasi 4 minuti il premier abbia ripetuto più d’una volta che la scuola deve essere al centro delle priorità del Governo, che non deve essere l’ultima ruota del carro ma che, al contrario, è il cuore di tutto, non è riuscito a trasmettere l’entusiasmo sperato ai rappresentanti delle parti sociali. Non ha convinto neppure la campagna di ascolto sulle linee della scuola dal 15 settembre al 15 novembre. Manuela Calza della Cgil Scuola è molto critica: “speriamo che ci siano anche convocazioni formali non solo comunicazioni on line. Auspico incontri diretti con i rappresentanti dei lavoratori e soprattutto un sostanziale rinnovo contrattuale”. Par di capire che, almeno a livello locale, in pochi risponderanno positivamente all’appello di Renzi di portare idee nuove e suggerimenti nei prossimi due mesi. “Non è il canale che intendiamo utilizzare – specifica Calza – e sui contenuti esprimiamo parecchie criticità per cui non escludiamo di organizzare mobilitazioni anche a livello locale”.

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SCUOLA, A PIACENZA ASSUNTI 155 INSEGNANTI A TEMPO INDETERMINATO

Entro la settimana saranno 155 gli insegnanti precari che verranno assunti e stabilizzati. In pratica, dopo anni, entreranno nel mondo della scuola con un contratto a tempo indeterminato. 155, appunto, è il dato che riguarda Piacenza. Fanno parte dei 100 mila professori che il Governo Renzi ha deciso, a livello nazionale, di assumere. Tornando al dato locale, una parte degli assunti ha vinto il concorso, l’altra fa parte della Gae (graduatoria ad esaurimento). I sindacati come giudicano questo risultato? “gli insegnanti che quest’anno entrano in ruolo – spiega Lucia Galeazzi della Cisl scuola – coprono il 58% dei posti vacanti. Questo significa che rimane un 42% dei posti ancora destinati alle supplenze. Ci saremmo aspettati che la prima percentuale fosse più alta. Anche perchè -continua – il ministro Giannini ha detto che bisogna eliminare il precariato, ma come intende farlo se ci sono ancora 4000 persone soggetta alla cosiddetta quota 96, insegnanti che sarebbero dovuti andare in pensione ma bloccati dalla legge Fornero? Ciò significa  che ci sono altrettanti giovani insegnanti senza lavoro. Siamo in attesa di scoprire cosa sarà la sorpresa che il premier Renzi ha in serbo per venerdì – conclude Galeazzi –  staremo a vedere”.

Il grande nodo sono il precariato e le supplenza che il ministro Giannini ha definito “agente patogeno del sistema scolastico, batterio da estirpare” suscitando non poco malumore tra coloro che da una vita tirano avanti facendo proprio i supplenti. A lavoro con il ministro anche il sottosegretario Reggi al quale i contabili del Miur hanno segnalato che oggi pagare centomila supplenze l’anno da settembre a giugno costa quasi come pagare centomila stabilizzati. La differenza sta negli stipendi di luglio e agosto che i supplenti, licenziati ogni fine stagione, non prendono. Ma come trovare la quadra? Dove mettere mano per trovare i soldi per pagare gli insegnanti e togliere il precariato? Il denaro che il governo ha trovato, fino ad ora per la scuola, è un miliardo e mezzo, sarà sufficiente?

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