BONACCINI: “SARO’ IL PRESIDENTE DI TUTTI”

Sarà il presidente di tutti, anche se proprio tutti non l’hanno premiato soprattutto a Piacenza. Stefano Bonaccini, neo presidente della regione Emilia Romagna, è arrivato a Gragnano su invito del sindaco Patrizia Calza in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto a biomasse a servizio delle scuole. Bonaccini ha promesso che sarà spesso a Piacenza, batterà il territorio e i piccoli comuni come quando era segretario del Pd. Certo i conti con l’astensionismo e con le scelte di una parte di emiliano romagnoli che, questa volta, ha preferito altro alla sinistra, il partito democratico li dovrà fare prima o poi. Ma l’imminenza detta un’altra agenda: giunta entro Natale e risposte alle province in merito alle competenze che rimarranno in capo. Sulla composizione della squadra di governo il presidente non si sbilancia; se Paola Gazzola venisse riconfermata nel ruolo di assessore, si aprirebbero le porte per Katia Tarasconi, prima dei non eletti.

 
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PRIMARIE, VINCE BONACCINI, MA E’ FLOP AFFLUENZA

Questa volta le primarie non hanno fatto il boom, anzi decisamente flop. A dimostrarlo sono i dati dell’affluenza. Stefano Bonaccini ha vinto con il 55.3% delle preferenze, lo sfidante Roberto Balzani si è fermato al 44.7%, un risultato che porta il segretario regionale ad essere il candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna per le elezioni del 23 novembre prossimo. Quello che dovrebbe far riflettere, come dicevamo, è l’affluenza, non solo a Piacenza ma in tutta la regione: 2132 sono stati gli elettori che si sono recati ai seggi, una trentina tra città e provincia, per eleggere il candidato. In città è stato Balzano ad ottenere un numero più alto di preferenze (398), in provincia invece Bonaccini con 867 voti rispetto ai 554 dello sfidante.

Più che una competizione elettorale, i numeri danno l’idea che a partecipare siano stati soprattutto addetti ai lavori, segretari di circoli, amministratori, pochi davvero i cittadini. Che segnale è questo? Disaffezione? Strascichi delle vicende giudiziarie delle ultime settimane che hanno coinvolto prima Richetti (indagato per peculato) poi Bonaccini (indagato per lo stesso motivo anche se ora i pm hanno chiesto l’archiviazione).

A livello regionale hanno votato solo 58 mila elettori, il dato è difficilmente paragonabile con i precedenti perchè era la prima volta che in Emilia si teneva una consultazione solo regionale. Alle precedenti nazionali votarono 151mila persone. Il PD in Emilia Romagna conta 75mila iscritti: almeno uno su tre, fra chi ha in tasca la tessera del partito, ha  scelto di disertare le urne. Un problema che il Pd, in vista delle elezioni, non potrà permettersi di ignorare.

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BUFERA NEL PD, INDAGATO ANCHE BONACCINI

Se non si può definire caos, poco ci manca. Quando tutto sembrava pianificato in vista delle primarie, in una sola giornata tutto sembra smontato.  Prima il ritiro dalla corsa di Matteo Richetti perche indagato per peculato, poche ore dopo l’iscrizione nel registro degli indagati nella stessa inchiesta anche per il super favorito, il candidato forte Stefano Bonaccini. Lo ha confermato il suo avvocato all’agenzia Ansa. Una situazione che provocherà un forte imbarazzo all’interno del Partito Democratico a poche settimane dalle  primarie in vista dell’appuntamento elettorale delle elezioni regionali.

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REGIONALI, CENTRODESTRA UNITO CON UN CANDIDATO PRESIDENTE?

Sarà un derby tra Matteo Richetti e Stefano Bonaccini. L’Emilia del dopo Errani passerà nelle mani di uno di loro, entrambi renziani ma molto diversi per formazione: ex Margherita, rottamatore dal primo giorno, Richetti; ex Ds, ex bersaniano, Bonaccini. Sfumata l’ipotesi di un candidato unico con Daniele Manca sindaco di Imola che piaceva sia ad Errani che al premier Renzi, il Pd è di nuovo impegnato con le primarie fissate per il 28 settembre.

Il centrodestra invece come si sta preparando a questo importante appuntamento elettorale? Allo scoperto non è uscito ancora nessuno, ma la sensazione è che ci sia forte fibrillazione tra i partiti considerata la partita che c’è in gioco. Fabio Callori, ex sindaco di Caorso, attualmente vice coordinatore regionale di Forza Italia, spiega le intenzioni della coalizione. “L’obiettivo è di arrivare all’appuntamento di ottobre con un unico candidato presidente che rappresenti l’intera coalizione di centrodestra. Crediamo che questo sarebbe un segnale forte di unità che i nostri elettori certamente apprezzerebbero”.Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia, Lega e Udc insieme? “Pare che ci siano le condizioni per andare uniti, se queste venissero meno ogni partito presenterà il suo candidato”. Tramontata dunque l’ipotesi primarie tanto amate e utilizzate dal centrosinistra. Anche lo stesso Callori si mette a disposizione di Forza Italia come candidato consigliere. “Ho dato la mia disponibilità, qualora il partito o la coalizione me lo chiedessero. Oggi non rivesto più il ruolo di sindaco, per cui ogni incompatibilità è decaduta”.

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